Il rinnovo è fermo, la prospettiva di una sua firma in tempi brevi piuttosto problematica. Nella settimana in cui (mercoledì 5 aprile) il settore conciario ha siglato, dopo sei mesi di trattativa, il nuovo CCNL, quello della calzatura resta in alto mare. È scaduto il 31 marzo 2016 e il prossimo 5 maggio i lavoratori della scarpa sciopereranno per 8 ore per protestare “contro il continuo rinvio di una vera trattativa”, dicono i sindacati. Il tavolo si era arenato già una prima volta lo scorso novembre, momento a cui seguì un primo sciopero, a gennaio. Secondo Assocalzaturifici il nuovo contratto deve diventare un ulteriore strumento di competitività in mano alle imprese, dato il momento di difficoltà congiunturale vissuto dal settore su cui pesano anche i dazi imposti alla Russia. Era stata definita una piattaforma che prevedeva un aumento di 70 euro, oltre a 8 euro da destinare alla costituzione del Fondo di Sanità Integrativa e a una serie di strumenti di flessibilità relativi a ferie, permessi, festività e tetto ai contratti. La pelletteria, invece, ha chiuso il rinnovo del CCNL il 23 dicembre 2016.
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