Gli imprenditori calzaturieri del Taiwan investono in Vietnam, mentre la Cambogia rischia di diventare meno competitiva a causa dell’aumento del salario dei lavoratori. Grazie all’accordo TTP firmato all’inizio di quest’anno e che permette il libero scambio tra 12 Paesi dell’area del Pacifico, tra i quali gli Stati Uniti, nei primi sei mesi di quest’anno i calzaturieri taiwanesi hanno investito circa 525 milioni di dollari (463 milioni di euro) in Vietnam. E oltre ai progetti portati a termine, ce ne sono altri 62, per un valore di 455,39 milioni di dollari, per i quali c’è il via libera delle autorità locali. L’operazione più importante l’ha compiuta il gigante Pou Chen, che ha decine di stabilimenti in Vietnam, dove impiega circa 22.000 addetti, e che ha aperto una nuova filiale nella zona meridionale del Paese, assumendo migliaia di lavoratori. Altri esempi di espansione sono arrivati dalla Feng Tay e dalla Dong Dong Nai Phuoung. Queste operazioni hanno portato ad un incremento dell’export di calzature del Vietnam dell’8,8% nel primo semestre 2016. Mentre il Vietnam è sempre più competitivo, la Cambogia rischia di perdere la sua attrattività per via dell’aumento dei salari che sono passati da 66 dollari al mese nel 2012 a 140 nel 2015, mentre i sindacati chiedono di arrivare a 179,60 nel 2017. “Non possiamo chiedere di più a causa della nostra situazione economica e politica” ha detto Ath Thorn, presidente di uno dei 17 sindacati cambogiani che tutelano i diritti dei lavoratori impiegati nel settore dell’abbigliamento e calzature che, secondo le stime, è formato da circa mille fabbriche e 600mila lavoratori. (mv)
TRENDING