Addio a Kate Spade, che “aveva l’invidiabile dono di capire le donne di tutto il mondo cosa desiderano portare”

Diplomata in giornalismo nel 1985 all’Università dell’Arizona, il mondo della moda l’ha cominciato a frequentare a New York dalla redazione del magazine Mademoiselle. La voglia di passare dall’altra parte della barricata, cioè quella di chi la moda la fa, le è venuta più tardi e nel 1993 ha fondato con il futuro marito un marchio di pelletteria. Il brand è la crasi dei loro nomi: da Kate Brosnaham e Andy Spade, ecco Kate Spade Handbags. Primo negozio a SoHo, da subito un’identità stilistica fondata sull’eleganza e la linearità adeguate per i gusti raffinati della East Coast, per Kate Spade il successo è stato folgorante. Nel breve giro sono venuti i riconoscimenti (nel 1996 il Council of Fashion Designer of America l’ha insignita del titolo di miglior stilista emergente Accessori, due anni più tardi di miglior stilista Accessori) e la trasformazione in brand total look. Kate Spade, vendendo le ultime azioni a Neiman Marcus, è uscita dalla compagine sociale del suo brand (ora del gruppo Tapestry) nel 2007. Nel 2016 si è rimessa in pista fondando la griffe di scarpe e accessori Frances Valentine. La parabola di Kate Spade si è interrotta ieri mattina, 5 giugno, quando è stata trovata dalla governante senza vita nel suo appartamento di New York. La Polizia ha confermato che si è trattato di suicidio.  “Aveva l’invidiabile dono di capire le donne di tutto il mondo cosa desiderano portare”, ha detto di lei Anne Wintour, direttrice di Vogue. Kate Spade aveva 55 anni.

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