Il lusso frena e la produzione italiana di pelletteria precipita. Boom delle richieste di Cassa Integrazione, con il record degli ultimi 15 anni. La pelletteria inizia il 2024 in retromarcia. Gli indicatori congiunturali del primo trimestre di quest’anno sono tutti negativi. È un vero e proprio “allarme Italia”, perché le prospettive non sono buone. Secondo 4 imprenditori su 5 la ripartenza non avverrà prima del 2025.
Allarme Italia
Nel primo trimestre 2024, l’export della pelletteria italiana è sceso dell’11,8%, mentre la domanda interna resta piatta +1,4%. La produzione industriale precipita: -18,1%. Un crollo che giustifica il boom delle richieste di CIG, che nei primi 4 mesi sono salite a 11,3 milioni (due volte e mezzo le corrispondenti ore del 2023). Nell’indagine tra gli associati di Assopellettieri il fatturato complessivo è calato del 12%.
Il lusso frena
Il lusso frena, lo dicono anche le statistiche. Nei primi tre mesi del 2024, l’export verso la Francia si è ridotto del 4,9% in valore e del 27% in quantità (espressa in chilogrammi). Spicca in negativo il tracollo della Svizzera: -76% in valore (387 milioni di euro in meno) e -54,4% nei volumi. Le esportazioni di prodotti in pelle sono diminuite del 14,8%, mentre quelle di articoli in succedaneo si sono ridotte del 4,8% ma aumentano del 13,7% in peso. Tiene la Germania (al primo posto della graduatoria per quantità che aumentano dell’8,2%). In calo sia la Cina (-4,8%) sia la Corea del Sud (-9,4%).
Speranze americane
Gli USA (-0,3% in valore) sono la speranza dei pellettieri che li ritengono il mercato più interessante e promettente. In generale, però, le prospettive del settore sono nerissime. Solo un modesto 6% dei partecipanti all’indagine rapida congiunturale di Confindustria Moda (condotta a maggio 2024) ritiene l’andamento della propria azienda “in miglioramento” rispetto al primo trimestre. Per cui, si stima una flessione del fatturato complessivo che potrebbe toccare le due cifre nel primo semestre 2024.
CIG da record
Nel periodo gennaio-aprile 2024, sono state autorizzate 11,3 milioni di ore di Cassa Integrazione: il 155,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Si tratta del valore più alto degli ultimi 15 anni, 4 volte superiore a quello di gennaio-aprile 2019 pre-Covid (+305,5%) e del +9,5% rispetto al 2010, durante la crisi economica mondiale. (mv)
Foto di repertorio Archivio La Conceria
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