“Alla fine degli anni Novanta, guardandomi attorno, ho sentito la necessità di creare qualcosa che avesse un tocco speciale. Riconoscibile, ma allo stesso tempo profondamente armaniano“. Vide così la luce La Prima, esordio nel settore della pelletteria di Giorgio Armani. A raccontare il percorso creativo che portò alla nascita di una borsa divenuta oggi iconica è lo stesso stilista, in un’intervista rilasciata a Il Messaggero.
Alla rovescia
“Il mio è stato un percorso inverso a quello di altri nomi noti che dalla pelletteria sono, poi, approdati all’abbigliamento” spiega Armani. La Prima nasce da uno studio approfondito delle necessità delle donne. “Doveva essere funzionale ma anche bella – racconta lo stilista -. Così nel 1995 ho disegnato seguendo l’istinto, ispirandomi ad alcuni dettagli delle giacche, come la rotondità dei tagli e le pinces“. Ma l’idea si è poi dovuta tradurre in realtà concreta. “Per realizzarla è stata fondamentale la collaborazione con alcuni dei migliori maestri pellettieri italiani” riprende Armani. “La decisione di riproporre oggi questo modello dipende dal mio desiderio di presentare una sintesi tra passato e futuro“.
Il ritorno
La Prima, dunque, torna in una serie di sei nuovi modelli, “fortemente legati all’originale, ma dotati di una propria anima”. Restano le linee, ormai classiche. Resta l’accuratezza di un accessorio realizzato a mano in pelle di prima qualità, a cui però si uniscono le nuove tecniche di fabbricazione. Il ritorno sotto i riflettori de La Prima è avvenuto, lo scorso settembre, quando Alessandra Mastronardi e Isabelle Huppert la sfoggiarono in occasione della Mostra del Cinema di Venezia.
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