Furla batte i record, ma rallenta. Il marchio bolognese di pelletteria ha chiuso il 2018 con ricavi a 513 milioni di euro, in aumento del 5,2% (+2,8% a cambi costanti) sul 2017, anno che invece aveva fatto registrare un incremento del 18,5% (+ 20% a cambi costanti). In un quadriennio Furla ha raddoppiato le vendite all’85% realizzate all’estero e per l’8% online. “Questi risultati sono molto soddisfacenti in un periodo difficile per il mercato internazionale” ha affermato il ceo Alberto Camerlengo. La società, specializzata nella pelletteria da donna, ha intrapreso un percorso di diversificazione lanciando prima le collezioni uomo, le scarpe da donna, occhiali e orologi in licenza. Dal mese scorso ha esordito nel segmento sneaker. “In una settimana abbiamo venduto oltre 200 paia di sneaker solo a Milano e alcuni modelli sono già completamente esauriti” ha spiegato Camerlengo a Fashion United. Tali vendite hanno rappresentato circa il 10% del fatturato totale in questo periodo a Milano. “Le sneaker sono una forte tendenza del mercato e l’abbiamo ritenuta importante al fine di soddisfare le esigenze dei nostri clienti ed espandere la nostra gamma di prodotti”, ha proseguito il manager che ha escluso ipotesi di quotazione e di cessione. La continua crescita ha costretto l’azienda a rivedere produzione e distribuzione. A Fashion Network Camerlengo ha sottolineato come dal primo gennaio si è aggiunta la piattaforma produttiva a Tavarnelle Val di Pesa (Firenze): “Abbiamo assunto persone, acquistato materiale e tecnologia per adeguare la capacità produttiva alla crescita”. In merito alla distribuzione il ceo ha osservato il fatto che Furla ha assunto il controllo totale della distribuzione retail in Cina, a Hong Kong, Macau e Singapore. (mv)
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