Il titolo a Wall Street è balzato dell’8,8%, quando ieri l’azienda ha annunciato i dati del terzo trimestre, chiuso il 26 dicembre. Michael Kors sta diventando una potenza della moda statunitense ed erode spazi a Coach, da anni il player più quotato della pelletteria made in Usa. John Idol, amministratore delegato, ha spiegato agli analisti che la chiave del successo è nell’espansione dei negozi, ma anche nelle vendite online. Il sito Kors è gestito da Neiman Marcus.
Nel trimestre in considerazione, Kors ha incassato 130 milioni di dollari a fronte dei 32 dell’anno precedente, le vendite generali hanno superato i 606 milioni e sfondato la crescita del 71%. Il Nordamerica resta il mercato di riferimento (+67%), ma dall’Europa sono giunti 58 milioni di dollari, budget più che raddoppiato. Il Giappone (+103%) partecipa con soli 6 milioni.
L’azienda ha alzato la proiezione di bilancio, oggi di 2,1 miliardi di dollari a fronte degli 1,86 previsti.
Le borse in pelle hanno giocato un ruolo centrale se l’analista di Citibank, Oliver Chen, ha dichiarato a Reuters: “Michael Kors sta generando scintille in un settore in cui il consumatore acquista borse invece di abbigliamento”.
Nata 30 anni fa grazie all’omonimo stilista newyorkese (che detiene solo il 3,7% di quote azionarie), da qualche anno Kors è rinomata per la sua pelletteria, di casa da Michelle Obama e Jennifer Lopez, vanta 388 negozi e shop-in-shop, concept in auge negli Usa, in cui un grande magazzino devolve uno spazio esclusivamente a un marchio, creando l’effetto di un negozio interno. Chen crede che “la produzione dei modelli di borse in pelle di dimensione ridotta sta sottraendo mercato a Coach” e si è soprattutto sorpreso della risposta del mercato europeo al brand americano. (p.t.)