Cambiare rotta. È questa l’idea da cui è nato, nel 2019 a San Miniato, il brand Anna Cloud. Un progetto “che mira a rivoluzionare, insieme ai suoi clienti, il mondo della produzione e del consumo di pelletteria”. La rivoluzione è quella che si riassume nella frase “buy less, buy better”. Le borse Anna Cloud, in pelle, sono on demand e componibili. Sono pezzi unici realizzati su richiesta e acquistabili solo online (per abbattere i costi delle intermediazioni di vendita). Un “progetto giovane dall’anima green” come amano definirlo gli imprenditori che lo hanno lanciato. In altre parole: Luca Cerbai, pellettiere toscano di terza generazione; Francesco Nenna, designer e artigiano; Andrea Puccini, project manager. Li abbiamo intervistati.
Anna Cloud
Com’è nato questo progetto?
(Cerbai) Il brand Anna Cloud è nato all’interno dell’azienda Cerbai, pelletteria con una storia di oltre 30 anni. Mio padre ha iniziato circa 50 anni fa e io l’ho affiancato fino a mettermi in proprio. Dopo molti anni nella produzione di borse, adesso la nostra azienda ha come core business accessori per abbigliamento, in pelle e non solo.
Spesso si si passa dal proprio marchio al terzismo: voi avete fatto il contrario?
(Cerbai) Volevo cambiare rotta. È stata un’idea elaborata nel tempo. Per un po’ è rimasta alla fase embrionale. Poi è sbocciata con l’arrivo del designer Francesco Nenna. Inizialmente era una ricerca sperimentale. Volevamo creare borse personalizzabili, fatte bene, nel rispetto della tradizione della pelletteria toscana di buon livello. E con la pelle come materiale. Un prodotto di qualità medio-alta che il cliente potesse far suo in modo unico.
Buy less, buy better
Qual è l’unicità di una borsa Anna Cloud?
(Nenna) È un articolo che passa direttamente dal produttore al cliente. La borsa è componibile e scomponibile. Ci sono 8 colori per 5-6 componenti. Il cliente può scegliere forma e colori di ogni pezzo, smontarla e rimontarla in libertà. Si può anche acquistare il singolo pezzo con diversi abbinamenti di colori.
Un’unica borsa con più funzionalità?
(Nenna) Sì: l’idea è proprio questa. Comprando una sola borsa è possibile mixare i colori e le forme, giocando sugli abbinamenti col proprio outfit. In questo modo si compra meno, ma si compra meglio. Si evita lo spreco acquistando un prodotto green.
Green, in che senso?
(Nenna) Siamo partiti dal voler utilizzare una pelle di valore e qualità, pensando alla sua durevolezza. E questa è la prima caratteristica che si contrappone a un oggetto fast fashion. Ma siamo andati anche oltre, cercando pellami particolarmente virtuosi anche a livello di certificazioni, legando il nostro progetto alla sostenibilità.
La pelle Montebello
Quali pelli avete scelto?
(Cerbai) Abbiamo scelto Conceria Montebello di Vicenza, che ha ottenuto alti livelli di tracciabilità secondo il rating LWG. Insieme a Montebello, Anna Cloud aderisce al progetto Leath3r grazie al quale saranno piantati nuovi alberi in grado di compensare le emissioni di anidride carbonica in fase di produzione del materiale. E, per condividere questo impegno con tutti i nostri clienti, ogni borsa Anna Cloud contiene un cartoncino con stampato un QR Code in grado di far visualizzare gli alberi piantati al cliente. Lo stesso cartoncino può essere a sua volta piantato, perché contiene semi.
Il target
A chi si rivolge il vostro prodotto?
(Nenna) A un pubblico italiano tra i 18 e i 45 anni. Soprattutto donne, ma non solo.
Perché solo l’Italia?
(Puccini) Vogliamo prima affermarci come brand italiano, rivolgendoci a un pubblico attento alla sostenibilità. Il nostro processo produttivo va ottimizzato. Prima di andare all’estero, vogliamo testare l’Italia.
Come vi promuovete?
(Nenna) Abbiamo lanciato alcune campagne social e creato collaborazioni che coinvolgono i più giovani. Per esempio, un progetto con una scuola di ballo vicina alla nostra azienda. Oppure eventi che richiamino la partecipazione reale. Un modo per far provare le borse e conoscerle dal vivo.
Avete mai pensato all’influencer marketing?
(Nenna) Sì, ma ci piacerebbe collaborare con persone che hanno una personalità propria, per unire l’unicità della persona a quella delle nostre borse. Non dev’essere per forza un’influencer di moda, ma anche un’artista, un cantante, una ballerina.
Come avete vissuto la pandemia?
(Cerbai) Ci è servita per avere più tempo per sviluppare la sperimentazione. L’idea del vendere solo in forma digitale era già stata decisa, ancor prima che il mondo si riversasse sull’online. In questo senso paradossalmente ci siamo fatti trovare preparati. È stato un modo per ottimizzare sia i processi produttivi, sia la piattaforma online che serve al cliente per configurare la borsa. Il sito web ufficiale è partito un mese fa. L’azienda ha subìto l’impatto della pandemia, ma ha avuto anche una solidità tale da garantire liquidità al progetto. Il momento era ideale per promuovere l’artigianalità in una chiave di innovazione e sostenibilità.
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