Una borsa d’altissima gamma è un bene rifugio che ripaga sempre l’investimento. È, oltretutto, un patrimonio che mette al riparo dai propri guai. Specie se si tratta di articoli di grande pregio. Come la Birkin 25 in pelle di coccodrillo Bleu Jean Shiny Porusus del 2006, con finiture in oro bianco e diamanti, battuta all’asta da Sotheby’s ad Hong Kong per 1,52 milioni di dollari di Hong Kong (181.000 euro). Questa è una delle 77 preziosissime borse della The art of collecting handbags – The visionary collection of Joseph Lau, la collezione di Hermès (più una Chanel) di proprietà appunto di Joseph Lau. Il 71enne imprenditore, ex presidente della società immobiliare Chinese estates, è attualmente latitante da Macao, dove è stato condannato a cinque anni per corruzione e riciclaggio.
Bene rifugio, specie dai propri guai
Le borse di grande pregio non si deprezzano mai e, per questo, si considerano davvero un bene rifugio. Lo dimostra ancora una volta la vendita all’asta, la più costosa mai realizzata in Asia con borse appartenenti ad una sola persona, che ha fruttato quasi 3 milioni di euro. Parte degli introiti andranno in beneficenza. Il resto andrà nelle tasche di Joseph Lau. Tra le borse andate all’asta anche alcuni modelli in edizione limitata disegnati da Jean Paul Gaultier, direttore creativo di Hermès dal 2004 al 2010, sei Birkin con diamanti e una Kelly in bronzo. Non è la prima volta che Lau, a seguito dei suoi rovesci imprenditoriali, mette all’asta le proprie collezioni: tra vini pregiati e porcellane cinesi battute all’incanto ha guadagnato oltre 150 milioni di euro dal 2020. Ma la sua famiglia pare abbia ancora oltre mille Hermès, a fronte di una collezione di oltre 1.500 borse. Beni di lusso che il mercato dei collezionisti è pronto a pagare senza problemi. (aa)
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