La competizione di Michael Kors, Ralph Lauren e Kate Spade si fa sentire. Coach non è più padrona del mercato statunitense della borsetta, com’è avvenuto negli ultimi dieci anni. Lew Frankfort, amministratore delegato, ha definito “difficile” la stagione natalizia.
L’azienda, con sede a New York, ha comunicato i dati sulle vendite del secondo quadrimestre, chiusosi a fine 2012. Siamo al -2% in Nord America nella distribuzione diretta, con risultati dell’ingrosso “parzialmente inferiori” a quelli dell’anno precedente. “Sono fortemente minacciati dalla competizione nella fascia inferiore ai 300 dollari – spiega Corinna Freedman, analista di Wedbush – e probabilmente il consumatore è messo alle corde dall’economia”. Freedman spiega anche che “la collezione Legacy non ha rispettato le attese”, con riferimento all’ultima e più costosa delle linee.
Per un’azienda come Coach, esempio di successo della pelletteria statunitense, non crescere equivale a una sconfitta. Ma i numeri non sono tutti in discesa, sebbene il titolo a Wall Street ieri sia scivolato del 16%. In effetti, è la terza volta negli ultimi undici anni che l’azienda non sforna dati positivi.
Coach, che sta pianificando l’ingresso nel total look, vanta profitti in crescita dell’1,5% e vendite in aumento di quasi il 4%. E’ il mercato americano (+1%) a frenare un’espansione mondiale del 12%. La società, che si autodefinisce un brand del “lusso accessibile”, ha la sua forza nella borsa da 300 dollari, ma si dirige verso un prodotto da 400, le cui vendite sono cresciute del 20% a Natale. (p.t.)