Nulla sarà più come prima, dopo la pandemia di Coronavirus. Cambieranno la vita privata e quella professionale, l’attitudine ai consumi e all’impegno del tempo libero. Dunque, anche la filiera della pelle è chiamata a “un reset culturale”, per reggere l’urto del periodo di crisi in corso e per farsi trovare pronta per il mondo che verrà. Ne è convinto Luca Bortolami, CEO della pelletteria Tigamaro, che spiega la vision sul futuro sul numero 4 de La Conceria.
Come Cambieremo
Per il mese di aprile il magazine ha deciso di raccontare un periodo speciale, come quello della pandemia da Covid-19 e del lockdown, con un numero speciale. Quando sugli equilibri che raggiungerà il mondo una volta superata l’emergenza ci si deve ancora fermare al campo delle ipotesi, abbiamo deciso di interrogare i protagonisti del fashion business per scoprire la loro visione. Al dibattito partecipano conciatori, calzaturieri, pellettieri, analisti, designer e studiosi.
Un reset culturale
Per ripartire “serve un vero e proprio reset culturale”, ci spiega dunque Bortolami. Le vecchie certezze vanno messe in discussione, perché la pandemia ci fornisce “la misura di come sia vulnerabile il mondo che conosciamo e di quanto la rinascita dipenda dal grado di reazione emotiva”. Che vuol dire reset culturale? Che a nuove sfide si risponde con “nuovi paradigmi”, che bisogna trasformare “lo shock in opportunità”: Bortolami augura che “la finanza lasci il passo alle logiche del mercato reale”, perché bisogna “fare meno, meglio e con amore”.
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