Una corte federale di Los Angeles ha assegnato a Coach un risarcimento di 8 milioni di dollari nel primo caso d’importazione di merce falsificata che abbia coinvolto una ditta di intermediazione doganale. Queste sono usate da quasi tutti gli importatori per il disbrigo di molte procedure, inclusa la presentazione dei documenti alle dogane. In questo caso, Coach si è accorta che non solo la merce (borse e portafogli) era falsa, ma che lo era anche la documentazione a suo nome. La corte ha condannato una ditta sino-americana, la Celco Customs Services Co. & Shen Huei Feng Wang.
Nancy Axilrod, vice presidente del’azienda newyorkese di pelletteria, ha spiegato che casi contro ditte di brokeraggio doganale sono inesistenti e anche a giudizio dei difensori si tratterebbe del primo registrato dalla giurisprudenza americana. Axilrod ha spiegato che Coach è stata allertata dal servizio doganale e di pattugliamento del porto di Los Angeles che aveva sequestrato il carico dopo un’ispezione avvenuta in mare.
Al processo, durato tre giorni e in cui la giuria ha deliberato dopo una seduta di quattro ore, la ditta di intermediazione doganale è stata riconosciuta colpevole “di aver intenzionalmente partecipato al disegno criminale”, ovvero appropriarsi falsamente del nome di Coach e forgiare falsa documentazione per l’importazione di merce contraffatta.
Coach nel 2009 ha creato un gruppo di lavoro esclusivamente dedicato allo smercio dei suoi prodotti contraffatti, che fino ad ora ha promosso 650 casi giudiziari ottenendo milioni di dollari in compensazione. (p.t.)