I protagonisti di Mipel Lab: Sagi crede in formazione e turnover

I protagonisti di Mipel Lab: Sagi crede in formazione e turnover

“Più dell’andamento di mercato, dobbiamo preoccuparci della formazione. È una priorità assoluta per dare continuità al settore”. Nel 1974 Giuseppe Sabbadin (nella foto) ha fondato Pelletterie Sagi, inizialmente come marchio di proprietà. Poi lo ha trasformato in un partner al servizio dei brand del lusso. L’azienda ha sede a Dueville (Vicenza) e realizza borse, accessori, piccola pelletteria ed altro. Ora ha due obiettivi principali: formazione e turnover generazionale. Già, perché uno degli obiettivi di Sabbadin è ridurre l’età media degli addetti in azienda per dare un futuro all’impresa.

Come si presenta il mercato?
Nel lusso vediamo segnali positivi, per cui siamo ottimisti e fiduciosi. L’incertezza della pandemia resta. Certamente si fa più fatica a programmare. Ma dobbiamo anche trovare il lato positivo

E quale sarebbe?
La pandemia ci ha insegnato a dover pensare a qualcosa di nuovo, a indirizzare le tecnologie e i nostri interessi in maniera diversa. E ancora ha impresso una notevole accelerazione alla sostenibilità e alla digitalizzazione. Ci ha fatto pensare che la formazione di tutte le figure professionali del nostro settore è una necessità impellente. La sensibilità verso la questione è cresciuta tra noi imprenditori. Istituzioni e aziende si devono impegnare su questo versante, perché quello che c’è oggi è molto poco rispetto a quello che servirebbe.

Formazione e turnover

Sagi come affronta la questione?
Nella mia azienda, già da qualche tempo, ho dei gruppi di formazione per poter dare continuità all’azienda stessa. L’obiettivo è quello di ridurre l’età media del personale.

Qual è l’importanza e il senso di Mipel Lab?
È la presentazione del nostro saper fare. Offriamo un know how unico ed inimitabile, che va a beneficio del mondo del lusso e ai brand stranieri che ne hanno bisogno. Facciamo vedere quello che sappiamo fare, non solo un prodotto finito. E poi c’è la valenza aggregativa dell’iniziativa.

 

 

Quali sono i punti di forza della pelletteria italiana?
Il servizio. Partiamo dallo sviluppo del disegno dello stilista fino ad arrivare al prodotto finito, con step produttivi che hanno severissimi standard di qualità. Ci troviamo sempre di fronte a nuove sfide produttive e questo è un continuo miglioramento delle competenze. Per una azienda, i servizi rappresentano l’elemento principale di competitività e con i quali attirare i clienti.

E i punti di debolezza?
La carenza di ricambio generazionale. E torniamo al discorso della formazione, che per me è la assoluta priorità. Senza risorse non abbiamo da nessuna parte. E abbiamo bisogno di competenze moderne. Noi imprenditori dobbiamo prenderne piena consapevolezza e dobbiamo impegnarci su questo fronte. (mv)

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