L’Italia esporta 6 miliardi di euro di borse. Ma nel 2024 il fatturato estero di questa categoria di prodotto ha perso il 9,3% su base annua. Le borse costituiscono il 70% del valore complessivo esportato: si capisce allora come la pelletteria italiana abbia attraversato un 2024 difficile. Con 1,2 miliardi di fatturato persi, 184 aziende e 1.990 addetti in meno.
Lo stato della pelletteria italiana
Secondo il preconsuntivo 2024 elaborato per Assopellettieri dal Centro Studi di Confindustria Accessori Moda il fatturato del settore è di 11,98 miliardi di euro, in calo dell’8,9%. Più marcata la riduzione della produzione che, secondo l’indice ISTAT, ha registrato un crollo del 22,9%. Il numero delle aziende attive è sceso a 4.532 (-3,9% sul 2023), con 184 unità in meno, tra industria e artigianato. Anche il numero degli addetti (48.714 unità) risulta in calo del 3,9%. Significa che si sono persi 1.990 posti di lavoro.
I mercati
Le esportazioni sono stimate in calo, a consuntivo 2024, del -9,3%. La stima si basa sui dati ufficiali relativi al periodo gennaio-ottobre, dove risulta un arretramento dell’8,8%. I consumi interni si confermano stagnanti: l’indice ISTAT delle vendite del commercio al dettaglio segna -0,7% sul 2023, con un -3% sul 2019, anno che già veniva da ripetute erosioni. Le borse in pelle hanno perso un -11,2% mentre quelle in materiale succedaneo si sono ridotte del 4,6%. Secondo la nota economica di Assopellettieri: “Resilienza è la parola d’ordine delle imprese nell’attuale fase in attesa della sospirata ripartenza”. Una ripartenza che, secondo gli imprenditori non si paleserà tanto presto. Per una quota non trascurabile di associati bisognerà infatti aspettare la seconda metà dell’anno (32% degli intervistati) se non addirittura l’inizio del 2026 (50%) per cogliere gli effetti di un’inversione del ciclo. (mv)
Foto d’archivio
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