Il lusso rallenta e seleziona i fornitori: l’esperienza di Desa

Il lusso rallenta e seleziona i fornitori: l’esperienza di Desa

Il lusso rallenta e seleziona i fornitori che sono chiamati a investire per soddisfare parametri e richieste delle griffe. In un contesto altamente competitivo, Desa sta emergendo e spingendo sull’investimento della pelletteria di Proppi (Arezzo). “Entro la fine dell’anno vi lavoreranno 65-70 persone, in gran parte donne” afferma a La Conceria Burak Celet (a sinistra nella foto), CEO della pelletteria turca che ha aperto una manifattura in Italia.

Il mercato rallenta

Qual è l’andamento del mercato di riferimento di Desa: il lusso?

Fatta eccezione per alcuni brand, la maggior parte dei player sta soffrendo a causa della recessione. Le tendenze positive postpandemiche del 2022 non sono più valide. Stiamo assistendo a un approccio più cauto. I marchi stanno cercando di gestire i livelli di inventario con maggiore attenzione. Vorrebbero arrivare a fine anno con un bilancio snello e ben gestito.

Come spiega questo andamento?

Era comprensibile aspettarsi un riequilibrio della situazione. Sono convinto che l’attuale tendenza al ribasso si stabilizzerà e che il mercato rientrerà nella fase di crescita a partire dalla prossima stagione. Lavorando con proiezioni a lungo termine ci stiamo già preparando a un rimbalzo della domanda. Stiamo aumentando il personale, aprendo nuovi negozi al dettaglio e altre operazioni strategiche per essere pronti quando il mercato invertirà la rotta.

Il lusso seleziona i fornitori

Quali sono le tendenze strategiche del settore?

Registriamo un cambiamento nelle strategie di sourcing dei marchi del lusso. Da un lato, il sourcing all’interno di un Paese, per esempio Francia o Italia, è diventato prioritario. Dall’altro lato, gli ordini in calo vengono preferibilmente indirizzati a partner di lungo termine. Aziende che hanno la stessa vision del committente e sono preparate sotto l’aspetto della conformità ambientale e sociale. Di conseguenza, un gran numero di produttori secondari è stato messo da parte. Noi avevamo previsto questa tendenza e abbiamo effettuato gli investimenti necessari sin dalla fine della pandemia. Compreso quello dello stabilimento di produzione in Toscana.

 

 

La pelletteria di Poppi

A proposito, a che punto siete con il sito produttivo di Poppi?

Il 2 maggio scorso abbiamo completato la ristrutturazione dell’immobile, aperto le porte a dipendenti e clienti e abbiamo avviato l’accademia interna di pelletteria. Oggi abbiamo 43 dipendenti. Mentre 13 studenti stanno frequentando l’accademia. Entro la fine dell’anno, contiamo di raggiungere un numero totale di 65-70 persone. Sono orgoglioso di affermare che anche il nostro stabilimento in Italia, come gli altri, dà priorità all’occupazione femminile. Attualmente, su 56 dipendenti, 53 sono donne e intendiamo mantenere questo rapporto anche in futuro.

Differenze e bilanci

Quali sono le principali differenze tra gestire una pelletteria in Italia e in Turchia?

Sebbene ci siano molte differenze nelle leggi e nelle normative tra i due Paesi, non vedo grandi differenze nel modo di fare business. Vogliamo creare una cultura positiva in un settore che dipende ancora molto dall’abilità e dall’attenzione degli artigiani.

Desa come chiuderà l’anno a livello di ricavi?

Nonostante il calo della domanda, il 2023 sta andando bene. Nel primo semestre abbiamo registrato una crescita del fatturato dell’86% in valuta locale e una crescita dell’utile netto del 236%. Credo che questo trend positivo si manterrà fino alla fine dell’anno. La quotazione delle azioni Desa è cresciuta di oltre il 356% negli ultimi 12 mesi. Attualmente la società è completamente priva di debiti e finanzia tutte le operazioni e gli investimenti con capitale proprio. (mv)

 

 

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