Il successo della pelletteria è indubbio. Lo confermano i numeri e i trend. È la borsa la chiave del boom e dei rimbalzi finanziari di praticamente tutte le griffe e dei gruppi del lusso. È la borsa lo strumento che molti brand non specializzati o emergenti scelgono per garantirsi orizzonti tangibili di crescita. È sempre la borsa che traina, di conseguenza, la filiera a monte delle vetrine. Ma, come recita il titolo del n. 11 de La Conceria, il successo della pelletteria è da “Maneggiare con Cura”. Perché gestire il boom, sotto il profilo delle politiche aziendali e industriali, non è facile. Per niente. Occorre molta cura nell’affrontare la voracità di un mercato che chiede un continuo booster produttivo di borse e accessori, quindi delle relative pelli (e metallerie varie) necessarie per confezionarli.
Cosa c’è in La Conceria n. 11
In “Maneggiare con Cura” raccogliamo le testimonianze di centri di analisi e di addetti ai lavori. Partiamo dai risultati degli Stati Generali della Pelletteria, organizzati da Assopellettieri con Ambrosetti – The European House. Ci facciamo raccontare da Roberta Tondini (Studio Tondini) l’esperienza di un’impresa elvetica che si affida al made in Italy. E quelle di Vincenzo Bonino (Bonino Napoli) e Marco Calzoni (Franzi 1864), ciascuno a modo proprio impegnato a difendere la propria autonomia. Non solo. Fabio Martinelli (Dimar Group), Giulia Tessadri (Frassineti), Stefano Giacomelli (Tivoli Group) e Mario Biasutti (Mabi International) riportano la dimensione lavorativa del (grande) terzismo. Con l’intervista a Fabrizio Masoni, titolare della omonima azienda (partecipata da LVMH Métiers d’Art) portiamo, infine, il discorso sul piano della concia.
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