Italian Artisan Stories: B+Ars, 45 anni di pelle nel DNA

Italian Artisan Story: B+Ars, 40 anni di pelle nel DNA

“Grazie a nostro padre, artigiano da 45 anni, abbiamo la pelle nel DNA. Ci arrivano richieste di contemplare materiali alternativi ed ecosostenibili. Noi non siamo contrari: ma oggi vediamo una sostenibilità più di facciata che di sostanza”. È il pensiero di Alessandra Sturaro (che abbiamo intervistato; a destra, nella foto) che insieme al fratello Roberto (a sinistra) e al padre Bruno (al centro) gestiscono Studio B+Ars ad Albignasego (Padova) che sta lanciando anche un proprio marchio di borse

La pelle nel DNA

Quali sono le tendenze che chiedono i vostri clienti?

Oggi arrivano diverse richieste di studiare un prodotto ecosostenibile e si esplorano materiali alternativi alla pelle. La mia risposta è che la pelle, scarto dell’industria alimentare, è già di per sé ecosostenibile. Le conoscenze e le innovazioni della lavorazione della pelle ci permettono oggi di arrivare a un livello qualitativo del prodotto borsa estremamente elevato.

E sotto il profilo stilistico?

Dipende molto dai mercati. Dall’Arabia ci è arrivata una richiesta di accessori rifiniti con l’oro: borse con stampe particolari, impreziosite con colori come smeraldo, rubino e oro. Tendenze che sono agli antipodi di quelle del mercato tedesco, dove preferiscono un design più minimale e funzionale all’uso. In altre parole: borse dalle forme geometriche e di dimensioni più ampie, tracolle lunghe e molte tasche.

Richieste particolari?

Non mancano. Di recente ci è arrivata da un cliente francese la richiesta di una borsa che replicasse perfettamente la forma di un macaron. Non solo. Quando veniva aperta doveva partire una musica rilassante. Qualche anno fa abbiamo realizzato una cover in pelle per cellulari iper-resistente che prendeva spunto, con tocco made in Italy, da quella in dotazione all’esercito americano.

Visioni cinesi

Come si muove il mercato cinese?

A livello stilistico vogliono borse piccole, particolarmente costruite, che facciano percepire al meglio la qualità del made in Italy e l’artigianalità del prodotto, a partire dai materiali.

Come si evolverà la Cina?

Una potrebbe essere quella del pre-order online, con il brand che pubblica online una versione in 3D della borsa, eliminando anche alcuni passaggi (e costi) del processo creativo. Poi, in base agli ordini ricevuti dai clienti viene programmata la produzione. Un’altra è il second hand. Una tendenza in forte crescita che permette ai giovani cinesi di cambiare velocemente modello di borsa.

Qual è stato l’impatto della pandemia sulla vostra azienda?

Abbiamo avuto un forte calo delle commesse, soprattutto da settembre a dicembre. Per sopperire a questo abbiamo cominciato a vendere delle nostre borse. Per questo stiamo progettando il lancio di un nostro marchio, con un e-commerce pronto per settembre. Bisogna essere ottimisti e non lasciarsi abbattere dalla situazione: guardare avanti.

 

 

Carta d’identità

Come è nato il progetto Studio B+Ars?

Siamo nati come Pelletteria Alessandra che mio padre Bruno ha fondato 45 anni fa. Poi, quando siamo entrati in azienda io e mio fratello Roberto abbiamo puntato maggiormente su servizi e consulenza: 10 anni fa ci siamo trasformati in Studio B+Ars.

Come si sviluppa il vostro lavoro?

Accompagniamo il cliente nella realizzazione del prodotto borsa, dal design al prototipo. E possiamo anche gestire la produzione in base alle esigenze del cliente. Piccoli quantitativi li produciamo nel nostro laboratorio, oppure possiamo gestire la produzione esternamente sia in Italia che all’estero.

Chi sono i vostri clienti?

Per il 90% sono stranieri: Spagna, Germania e Cina sono i mercati più importanti. Sono brand più strutturati o startup che hanno bisogno di una consulenza completa. E noi cerchiamo di sviluppare l’idea iniziale per arrivare alla realizzazione di un prodotto che abbia un mercato. (mv)

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