La crisi nel comparto moda continua a mordere (soprattutto) le piccole aziende attive nel distretto della pelletteria toscana, dove il calo produttivo dura già da oltre un anno. Alcune realtà stanno chiudendo perché hanno finito le ore di cassa integrazione utilizzabili. In attesa che, sia a livello nazionale che regionale, si compiano dei passi concreti a tutela della filiera, le imprese sono a rischio sopravvivenza. “Ci sono aziende che hanno chiuso e c’è il timore che ne chiudano altre – ci racconta il presidente di CNA Federmoda Toscana, Paolo Pernici -. Nel comparto artigiano è difficile stare in piedi in questo momento. C’è una grande sofferenza in giro, soprattutto nella pelletteria che è già da un anno che affronta questo calo produttivo”.
Una buona notizia
Tra tante cattive notizie, ce n’è una buona. E da qui partiamo. Acme, azienda specializzata in accessori e componenti metallici di Calenzano (Firenze), ha ritirato la procedura di licenziamento collettivo di 14 dipendenti, annunciata a maggio (fonte Fashion Network). Il dietrofront è il risultato di un tavolo di crisi che ha riunito, nella sede della Regione Toscana, vertici dell’azienda, sindacati e istituzioni. Dopo la mobilitazione dei lavoratori. nell’incontro è emersa la disponibilità da parte di Acme di valutare misure alternative “al fine di salvaguardare i livelli occupazionali”. Rimane da capire che forma di tutela sarà attivata nei loro confronti.
Rischio sopravvivenza
“A livello nazionale CNA si sta muovendo per la richiesta di un intervento sia per l’estensione della CIG sia per le moratorie sui crediti garantiti – spiega Pernici -. Sono questi i due strumenti principali che possono tamponare la crisi. Mentre a livello regionale, abbiamo chiesto tavoli di confronto per quanto di competenza territoriale. Al momento abbiamo fatto due riunioni. È nato un tavolo per il comparto cuoio e uno per la moda in generale. Speriamo che si dia seguito a questi tavoli e che rimangano attivi. Ci aspettiamo una continuità di attenzione poiché tutta la filiera pelle e tessile continuano a manifestare segni di difficoltà”.
Le prossime stagioni produttive
“Attualmente sono in atto le campagne vendita dell’estivo – continua Pernici -. Entro 2 o 3 settimane sapremo come andrà la prossima stagione produttiva. Se dovessero rimanere gli stessi livelli produttivo sarebbe un problema”. Una speranza per il futuro, però, c’è. “Stilisti emergenti si stanno rivolgendo alla filiera moda toscana per attivare collaborazioni – conferma Pernici -. Non sono i numeri dei colossi della moda, ma sono attività che possono mantenere viva la filiera. Tanti brand in passato hanno iniziato da pochi ordini per poi crescere. Le nostre aziende possono diventare incubatori di marchi emergenti e supportarli nella crescita. È un modo di guardare al futuro e avviare nuovi percorsi”.
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