È la pelletteria, insieme all’occhialeria, a guadagnarsi il podio come miglior settore della moda dal punto di vista della redditività. Ma non solo. La pelletteria conferma la sua propensione verso l’estero e svela un’importante solidità dal punto di vista della dotazione di liquidità delle aziende. È quanto emerge dall’analisi condotta dall’Area Studi di Mediobanca sulle 163 aziende moda italiane con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro. Di questo panel sono stati analizzati i bilanci degli ultimi quattro esercizi fiscali conclusi, dal 2013 al 2017. Ebbene, secondo lo studio, il fatturato aggregato dell’intero campione è pari a 70,4 miliardi di euro (pari all’1,3% del PIL nazionale) con un incremento rispetto al 2013 del 28,9%. Nella suddivisione dei comparti, domina l’abbigliamento (realizza il 40,5% dei ricavi totali), seguito dalla pelletteria con il 20,9%, dall’occhialeria (16,2%), distribuzione (12,4%), gioielleria (5,8%) e tessile (4,2%). Nel periodo considerato, lo studio evidenzia una buona crescita media delle vendite (+6,6%) ma in un contesto di redditività leggermente calante, con l’ebit che passa dal 9,6% del 2013 all’8,9% del 2017. Seppur il calo della redditività abbia toccato anche il settore della pelletteria (che ha visto diminuire l’ebit margin di 3,2 punti percentuali tra 2013 e 2017), resta, insieme all’occhialeria, tra le migliori per redditività nel 2017: entrambi segnano un ebit margin dell’11,7%. Ottimi risultati anche sul fronte della struttura finanziaria. La pelletteria presenta una bassa incidenza del debito bancario sui mezzi propri pari al 34,3% (a livello complessivo è del 33,7% nel 2017). Il settore si distingue anche per la dotazione di liquidità, superiore alla media con un rapporto tra disponibilità e debiti finanziari pari all’85,2%. Pelletteria sul podio, al secondo posto dopo la distribuzione, anche per espansione dell’organico nel quadriennio: +26,7% pari a 11 mila unità.