Uno spazio di ricerca continua per progetti su misura. Così si presenta CluXter, nuovo hub di consulenza aziendale che fa base a Scandicci. Un “luxury creative cluster” che offre a piccoli e grandi brand un network per la produzione made in Italy, made in Spain e made in Asia. Il team è composto da 22 consulenti (nella foto) che hanno come riferimento circa 15 partner produttivi, divisi tra calzatura e pelletteria. Abbiamo incontrato il fondatore Carlos Maculan che ci ha raccontato com’è nata questa scommessa.
La scommessa di CluXter
A chi vi rivolgete?
Cluxter nasce per supportare i brand emergenti, che non hanno una struttura produttiva e tecnica. Offriamo tutti i servizi che non riescono a seguire in house. Siamo tutti professionisti che lavorano da molti anni nel settore moda. Abbiamo rapporti consolidati con la filiera per poter produrre sneaker in Asia e, tutto il mondo delle espadrillas in Spagna. In Italia cerchiamo il valore di nicchia, puntando all’alta specializzazione, alle piccole realtà produttive che creano qualcosa di unico.
Siete nati in un momento particolare…
È una grande scommessa. In un periodo così complesso come la pandemia, soprattutto, c’è voluto coraggio. La sensazione che percepiamo dal mercato è che i brand si siano ritrovati ad affrontare dei tagli importanti e quindi a dover rivedere le attività in outsourcing. Questa è una realtà che racchiude diverse professionalità e valorizza la filiera produttiva. Avere filiere più controllate e garantite non è più solo un obiettivo, è una necessità.
Quindi, il reshoring c’è ed in corso?
Si, abbiamo la percezione che questa sia la tendenza. Riteniamo che il reshoring sia positivo per il made in Italy anche se riguarda piuttosto brand di fascia media e non tanto brand di lusso di fascia alta.
Cosa ha innescato questo trend?
Questa tendenza è dovuta ad una serie di motivi. Per esempio, l’aumento dei costi logistici. Ma anche il fatto di non aver potuto viaggiare nell’ultimo anno e mezzo. Senza dimenticare la necessità di offrire un servizio più veloce, producendo lotti più piccoli. Quindi le aziende stanno cercando di riportare in Italia, o almeno in Europa, alcune produzioni, ma soprattutto un prodotto con prototipia basata in Europa. La nostra idea è di produrre in Italia per quanto possibile ed estendere la nostra piattaforma produttiva a livello europeo qualora la peculiarità del prodotto lo richieda.
Esigenze, obiettivi
I big brand non hanno bisogno di voi?
Al contrario, anche i brand consolidati hanno bisogno di seguire servizi di nicchia al loro interno. Progetti sperimentali o troppo piccoli nella loro organizzazione. Per esempio, la linea bambino oppure l’outlet. Noi mettiamo a disposizione un valore aggiunto: come collaboratori esterni garantiamo ancor più riservatezza dei dipendenti interni, diamo certezze di costo e tempistiche e poi, essendo esterni, possiamo portare nuove idee e nuovi input.
Qual è il vostro obiettivo?
Quello che voglio è che i consulenti si sentano come a casa, vorrei dare loro una struttura solida, ma flessibile che gli lascia la libertà di rimanere liberi professionisti. Siamo come l’alveare che accompagna il design delle nostre grafiche e della nostra sede. Ognuno è un elemento indispensabile. Cerchiamo di mettere insieme competenze diverse con un fine comune. Le conoscenze si scambiano in un rapporto di scambio e complementarietà.
Perché c’era bisogno di voi?
Io avevo bisogno di CluXter. Non mi trovavo più a mio agio dentro un’azienda. Le mie conoscenze ora sono messe a disposizione di diversi progetti. Sono contento di quello che stiamo facendo a livello umano, aziendale e di filiera. Il mio sogno domani è lavorare con piccole realtà che si sviluppano e crescono qui dentro. Le aziende hanno bisogno di noi, un interlocutore obiettivo che si mette ogni giorno in discussione.
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