M.Gemi apre alle borse. E sostiene gli artigiani italiani. L’azienda di calzature in pelle fondata da Maria Gangemi nel 2015 fa il suo ingresso in un nuovo mercato. Una scelta di business? Forse sì, ma solo in parte. L’operazione punta anche a dare un’opportunità a molti artigiani sparsi lungo lo Stivale che hanno visto sfumare centinaia di ordini a causa della pandemia.
M.Gemi sostiene gli artigiani italiani
Il pilastro su cui poggia M.Gemi è il modello direct-to-consumer. Cosa che prevede una stretta collaborazione con gli artigiani che realizzano le scarpe per l’azienda. Proprio grazie a questo contatto con i piccoli laboratori Gangemi ha toccato con mano le difficoltà in cui questi versano a causa della pandemia. Tra loro vi sono maestri calzaturieri, ma anche produttori di borse in pelle poi destinati alle griffe. Uno in particolare, Angelo, con una bottega sulle colline abruzzesi, ha colpito la designer. “Il suo lavoro si era completamente prosciugato quando è arrivata la pandemia ed era sul punto di chiudere l’attività” racconta Gangemi a fastcompany.com. “Volevo fare qualcosa per aiutarlo – continua – perché penso che le sue conoscenze e la sua maestria debbano essere preservate”.
La prima collezione di borse
Da qui l’idea di creare una collezione di borse. La prima per il brand, con tutte le difficoltà e i rischi collegati a una nuova avventura del genere. A maggio, come racconta il portale, è iniziato il lavoro di design del brand. Tutto attraverso videochiamate, ovviamente, come racconta la stilista sul portale del brand. Il risultato? Una linea composta da 4 borse in pelle italiana: una da lavoro, una pochette, una tracolla e una hobo.
Immagini tratte da mgemi.com
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