Michael Kors fa marcia indietro rispetto all’impegno preso con i suoi azionisti, all’atto dell’offerta pubblica di acquisto (2011), di estendere a 400 negozi la propria distribuzione negli USA. Giunto a quasi 200, il brand ha deciso di “aprirne pochi di più” e fermarsi. La sovraesposizione del marchio negli outlet multimarca (che vale il 70% dei ricavi) verrà ridimensionata al 30%. Queste le indicazioni esposte mercoledì durante la presentazione dei dati del secondo trimestre fiscale che vedono i profitti crescere di 1,01 dollaro ad azione, mentre Wall Street prevedeva 89 cent. L’insieme di fattori ha fatto balzare il titolo del 9,3%, anche in concomitanza della crescita del fatturato, 1,13 milioni di dollari (+6,9%). Gli analisti ipotizzavano 1,08 milioni. John D. Idol, ceo dell’azienda newyorkese, ha spiegato che “le borse in camoscio, i mini secchielli e le bag trapuntate sono al top delle vendite. Le clienti più giovani propendono per borse di dimensioni ridotte, ben al di sotto di 350 dollari di prezzo medio”. (pt)
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