È ispirandosi al principio della circolarità che Anya Hindmarch ha lanciato Patchwork. La collezione valorizza la pelle riutilizzando i ritagli. Una linea che sorride all’ambiente, che alimenta il grande meccanismo dell’economia circolare e che parla anche un po’ italiano. La linea è creata con la collaborazione di un’azienda toscana.
Valorizza la pelle
“Si stima che l’industria della moda crei ogni anno 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. Il problema degli stock invenduti e dei rifiuti è enorme – spiega il brand presentando la collezione –. Nel tentativo di riutilizzare ciò che già possediamo, abbiamo creato la collezione Patchwork”. Accompagnando il cliente in un viaggio alla scoperta della pelletteria, Anya Hindmarch spiega come nasce una borsa. Illustra, poi, come parte di ciò che resta della pelle anche dopo la realizzazione dei dettagli, come cinghie e maniglie, rischi di finire nel cestino e poi in discarica. “Le Nazioni Unite hanno rilevato nel 2017 che 800.000 tonnellate di scarti di pelle vengono sprecati ogni anno” racconta il brand.
Made in Tuscany
Patchwork è dunque una lotta allo spreco all’insegna del lusso. “La collezione combatte questo sistema e garantisce che venga utilizzata una proporzione maggiore della pelle – si legge ancora nel portale del brand -. A causa della complessità dell’utilizzo di una tecnica patchwork con la pelle per gli accessori di lusso, abbiamo lavorato con uno dei pochi fornitori in Toscana specializzati in intarsio e patchwork. Ogni ritaglio di pelle viene rasato per renderlo uniforme con gli altri e garantire continuità nel prodotto finito. Successivamente, si tagliano i bordi con il laser e si procede con la lucidatura a mano. I vari ritagli sono infine posizionati su un pannello e incollati con un prodotto a base di acqua seguendo il progetto della borsa. Il risultato? Una borsa amica dell’ambiente. (art)
Immagini tratte da anyahindmarch.com
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