Nel 2013 ha fondato in Olanda Su.B, marchio di accessori per laptop. In prima battuta, Sue Wyss-Kwan ha deciso di affidarsi a fornitori asiatici. La mossa non solo non si è rivelata adeguata alle ambizioni, ma addirittura controproducente. Per questo oggi l’imprenditrice definisce quella di portare la sua linea in Italia come la scelta perfetta. “Abbiamo trovato il nostro attuale produttore a Firenze – si legge su La Conceria n.9 –. Da allora, abbiamo affrontato insieme tutte le sfide, dalla scelta delle pelli a quella degli accessori, fino al raggiungimento del nostro target price. Siamo molto soddisfatti, così come i nostri clienti”.
La scelta perfetta
La prima esperienza nel Far East, dicevamo, non è stata fortunata. “Abbiamo cominciato a produrre le borse in Asia pensando che il costo sarebbe stato più basso rispetto ad altre produzioni – ammette Sue Wyss-Kwan –. Ma abbiamo incontrato una serie di problemi: la difficoltà di comunicazione con i fornitori, l’approvvigionamento dei materiali, la qualità del prodotto, le differenze culturali sulla qualità e sulle idee di design, nonché tempi di trasporto estremamente lunghi. Il risultato finale di tutto ciò è stato una grande delusione sia sulla qualità delle borse e sia sugli alti costi totali del prodotto”.
Quella di Sue Wyss-Kwan e di Su.B è una delle Italian Artisan Stories raccolte in collaborazione con Italian Artisan
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