La difficile situazione del retail domestico, che genera il 73% del suo giro d’affari complessivo, penalizza i conti di Piquadro.
L’azienda bolognese di pelletteria ha comunicato oggi il bilancio dei primi nove mesi 2012 (periodo aprile-dicembre) con un fatturato di 40,5 milioni di euro (-12,3%). L’utile netto è pari a 2,9 milioni di euro, in diminuzione del 52,16%. L’ebitda scende a 6,5 milioni da 10,5 milioni
Ha contribuito in maniera significativa alla diminuzione del fatturato dei primi nove mesi dell’esercizio il decremento del 19,97% registrato nel canale wholesale, da cui dipende oltre il 65% delle vendite. In crescita i negozi diretti, +7,18%.
“I risultati dei primi nove mesi dell’esercizio continuano a risentire della difficile situazione sul mercato domestico dove i consumi sono ai minimi storici”, commenta nella nota il presidente e amministratore delegato Marco Palmieri (nella foto). “Il trend positivo dei negozi DOS sta già attestando la validità della strategia di sviluppo del retail attraverso monomarca. Continueremo quindi ad andare in questa direzione concentrando investimenti in progetti e risorse umane finalizzati allo sviluppo del retail e all’internazionalizzazione del marchio Piquadro”.
Dal punto di vista geografico, cresce complessivamente l’Europa (+5,48%) che assicura a Piquadro un turnover di 7,8 milioni di euro. Gli aumenti più significativi del fatturato si sono registrati in Germania (+13,7%) e in Russia (+26,5%). Il Far East ha invece scontato gli effetti di una riorganizzazione dei sistema retail che ha portato a una diminuzione del fatturato dell’area pari al 14,77% come conseguenza delle chiusure di due negozi ad Hong Kong e sei in Cina, solo parzialmente bilanciate dall’apertura di tre nuovi monomarca a Taiwan.
La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2012 mostra un indebitamento per circa 13,2 milioni di euro.