La prima borsa di MSCHF è in pelle ed è made in Italy. Nel senso che l’hanno confezionata in Texas. No, non c’è nessun errore. Italy non è la nostra nazione, ma un paesino texano di 2.000 anime. Dietro alla semplice omonimia, c’è una provocazione più profonda che il famoso collettivo artistico di Brooklyn vuole mettere in evidenza. In altre parole: non è una presa in giro per l’Italia fine a se stessa. È soprattutto la denuncia della poca trasparenza sulle etichette dei prodotti.
La borsa made in Italy, ma fatta in Texas
Il controverso collettivo artistico con sede a Brooklyn ha lanciato la sua prima borsa. Costa 550 dollari, è realizzata in pelle premium all’esterno e pelle scamosciata all’interno. È disponibile in nero e marrone. Ed è, come detto, made in Italy. Nel senso che la producono a Italy, Texas. Fino al 25 novembre si può ordinare dal menù fisico della pizzeria Lucali a Brooklyn. Si prenota anche tramite l’app e il sito web di MSCHF.
Provocazione MSCHF
Per il collettivo che in passato ha creato le Satan Shoe, le Jesus Sneaker, le Birkinstock, questo “made in Italy” è un’evidente provocazione. MSCHF (dal cui portale è tratta la foto), spiega Nss Magazine, riflette su etichette sostanzialmente inutili e poco chiare. Tag dai quali non si capisce realmente dove è stato assemblato il prodotto, né ci sono informazioni sull’origine dei materiali, tanto meno sulle condizioni di lavoro dei dipendenti. (mv)
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