Dalla scarpa alla piccola pelletteria. Francesco Ripani, 32enne di Monte Urano (Fermo), per lanciare la sua Leather Things ha innanzitutto riconvertito il garage, dove il padre realizzava calzature. Ha trasformato il locale in un laboratorio per la produzione di portafogli in pelle, che disegna e fabbrica completamente a mano. L’idea di puntare sulla pelletteria è arrivata nel 2019 e ha ricevuto la spinta dalla pandemia. I social e le vendite online hanno fatto il resto.
La storia di Leather Thing
Perché hai puntato su pelletteria e portafogli in particolare?
Perché un giorno ho provato a fare un portafogli per me ed è riuscito bene. Essendo figlio di un calzaturiere, conoscevo già come trattare la pelle e alcune fasi di lavorazione. Verso la fine del 2019 ho incominciato a fare delle prove. In quel momento era un piano B, perché avevo svolto un concorso pubblico per un posto di lavoro ed ero in attesa del risultato.
Poi il risultato non è arrivato e la pelletteria si è trasformata in piano A…
Sì, anche se probabilmente avrei comunque aperto la mia attività. La produzione è iniziata effettivamente a giugno 2020.
Come hai strutturato il tuo business?
Ho puntato su qualità, sostenibilità e personalizzazione del prodotto. Promozione attraverso i social, in particolare Instagram, e vendite online.
Tutto da solo?
Sì, dalla progettazione alla realizzazione, fino alla vendita e al marketing.
Quali sono le maggiori difficoltà?
Reperire l’attrezzatura adatta alla produzione che avevo in mente e che si è evoluta col tempo. Alcuni degli strumenti che utilizzo arrivano dalla Corea, altri dal Giappone. Una difficoltà è stata anche individuare il tipo di pellame adatto. Quello che attualmente utilizzo di più è conciato al vegetale: allego al prodotto anche il certificato L’ultima difficoltà è arrivata con la piattaforma online a cui mi ero appoggiato. Oggi non ne ho più una di riferimento per le vendite online e gli incassi sono scesi. Ora sto realizzando un e-commerce proprietario.
È difficile vendere online?
Inizialmente, i clienti volevano vedere un video in diretta per accertarsi delle modalità di produzione del portafogli. In base alla mia esperienza, dico che servono una piattaforma e una procedura d’acquisto snella e veloce. Il cliente non vuole perdere tempo e vuole risposte in tempo reale. Mi è capitato di ricevere alcune richieste di informazioni anche a mezzanotte. Io rispondevo la mattina seguente ma il potenziale cliente aveva già comprato altrove.
Quali sono alcuni punti di forza della tua produzione?
Tutto è realizzato a mano, cuciture comprese. Impiego dalle 3 alle 4 ore e mezza per realizzare un portafoglio. Una fase di lavorazione prevede l’utilizzo di 6 grane di carta vetrata, ad esempio. Poi l’utilizzo di alcune pomate e cere particolari che arrivano dal Giappone.
Quali prospettive?
La prima è mettere a punto il sito internet con l’e-commerce. In programma c’è l’ampliamento dell’offerta con borse e zaini. Ho già sviluppato i primi prototipi. Ottimismo e fiducia non mancano. (mv)
Nell’immagine: Francesco Ripani (foto Michele Paoletti)
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