Può sembra strano, ma la nuova frontiera di Coach è proprio l’Europa. “Per noi è un mercato giovane, con enormi potenzialità: il 2015 si è chiuso con un fatturato di 135 milioni di dollari e una crescita a doppia cifra – dichiara a La Repubblica il ceo Victor Luis -. Sul medio termine miriamo ai 500 milioni di dollari di vendite: credo che gli europei colgano perfettamente la nostra cultura della qualità”. Il brand ha infatti da poco inaugurato un nuovo store a Londra, uno a Milano, in via Monte Napoleone, cui seguirà a breve Firenze. Dopo alcuni anni di rallentamento, oggi il marchio è tornato a crescere a livello internazionale: nell’ultimo trimestre del 2016 i ricavi netti sono saliti del 21% e, mentre in Giappone è il secondo marchio più popolare, i ricavi delle vendite al netto nel secondo quadrimestre fiscale sono di 1,20 miliardi di dollari. “Lavoro a questa strategia dal 2013, un periodo molto delicato: eravamo circondati da competitor che avevano saturato il nostro segmento commerciale, e avevamo smesso di investire tanto nel marketing quanto nel retail e nella ricerca stilistica”, spiega ancora il manager. “Sapevamo però di essere il brand di pelletteria più amato d’America, e da lì siamo ripartiti”. Coach nasce a Manhattan nel 1941 su iniziativa di 6 artigiani: è proprio nei prodotti in pelle che trova la sua forza per rilanciarsi, lavorando sui principi alla base del marchio per renderli attuali. Da qui è nato “il concetto di lusso moderno che oggi è il nostro motto” specifica Luis, indicando nella scelta del direttore creativo Stuart Vevers (ex Loewe) una strategia fondamentale per tracciare una nuova era per Coach. (mvg)
TRENDING