“Sono vegetariana da 20 anni e la mia azienda utilizza pellame. Cosa c’è di più sostenibile del pellame che deriva dagli scarti della carne che viene mangiata? Al contrario, mi rifiuto di utilizzare materiali che derivano dal petrolio”. Ad affermarlo è Ana Vasconcelos, vicepresidente dell’associazione portoghese di categoria (APICCAPS) e ceo di Belcinto, pelletteria con sede a San Joao da Madeira, fondata dal padre nel 1961 e oggi guidata da due famiglie, con 3 donne al timone. Dà lavoro a 70 dipendenti diretti, una serie di terzisti locali e produce, soprattutto, per grandi brand. Nel 2018 ha aumentato il fatturato del 40% “Perché negli ultimi 6/7 anni ci siamo focalizzati su marchi che avevano a cuore la sostenibilità” spiega Vasconcelos che entra nel vivo della questione: “La maggior parte delle pelli che utilizziamo sono bovine, ma acquistiamo solo da concerie che rispettano le convenzioni internazionali. Cerchiamo di lavorare solo con concerie che offrono informazioni sulla provenienza del grezzo e le andiamo a visitare per vedere il processo di concia” ci ha detto la manager a margine del recente World Footwear Congress di Napoli. L’80% delle pelli viene acquistato in Italia (Toscana e Veneto), Paese da cui l’azienda si approvvigiona fin dal 1980. Le altre pelli provengono da Spagna e Portogallo. “Perché le concerie italiane? Perché sono le migliori. Hanno il miglior rapporto qualità/prezzo. In Italia ci sono molte concerie che si occupano di sostenibilità, fanno informazione e offrono prodotti eco-compatibili. E sono molto felice di aver appreso al Congresso che le concerie in Italia hanno notevolmente ridotto il consumo di acqua”. Belcinto usa anche pelli conciate con rabarbaro o olive: “Vogliamo stare sempre un passo avanti a quelle che sono le richieste del cliente. La sostenibilità non è un concetto astruso, è un modo di vivere, è offrire un prodotto che duri per generazioni, è un valore aziendale declinato nella trasparenza, nella puntualità dei pagamenti ai dipendenti, nel servizio e nel metterci la faccia” afferma l’imprenditrice portoghese che torna sull’argomento dell’essere vegetariana, ma di utilizzare la pelle: “Fin dalla preistoria l’uomo mangia carne e ne utilizza la pelle e sarà sempre così finché si continuerà a mangiare carne. Non usare la pelle vorrebbe dire andare incontro a problemi di smaltimento della stessa. Il “No leather” un trend di mercato? C’è ancora molta confusione. Qualche anno fa si pensava che il “no fur” di alcuni brand fosse percepito come “no leather” da una parte dei consumatori”. (mv)
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