Non più, soprattutto, prodotto finito, ma anche, in modo crescente, fornitura di materiali, pelle in particolare, rafforzando la filiera settoriale nazionale. Secondo Diep Thanh Kiet, vicepresidente di LEFASO (Vietnam Leather, Footwear and Handbags Association), la conceria vietnamita potrebbe arrivare a fornire il 60% della pelle per scarpe e borse entro il 2030. Oggi si ferma al 45% circa. Grandi numeri e grandi volumi, visto che nel 2017 il Vietnam ha esportato oltre 18 miliardi di dollari di prodotti in pelle, di cui 16,4 miliardi ottenuti grazie alla calzatura (+12% sul 2016). Principali mercati di destinazione: Stati Uniti (36%) ed Europa (30,6%). Il settore, che conta 1.500 aziende con quasi un milione di lavoratori a cui ne vanno aggiunti altri 500.000 impiegati nell’indotto, ha come obiettivo di arrivare a 20 miliardi di dollari quest’anno. Allo Shoes Summit 2018 tenutosi a Ho Chi Minh City, Kiet ha spiegato che la forza del Vietnam sta in alcuni fattori difficilmente reperibili altrove: il 67% della popolazione è in età lavorativa, i lavoratori sono più qualificati di quelli dei competitor dell’area asiatica e i costi di produzione sono inferiori alla Cina, senza dimenticare la conclusione di accordi di libero scambio con importanti mercati (Unione Europea compresa). Restano alcune sfide da affrontare tra cui l’impatto della quarta rivoluzione industriale (Industria 4.0) e il problema di migliorare la produttività del lavoro, dicono da LEFASO. (mv)
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