A San Francisco la pelliccia si difende, in Svezia vince

A San Francisco la pelliccia si difende, in Svezia vince

Chiamalo, se vuoi, un piccolo contrattacco. La pelliccia si difende e, in alcuni casi, vince. Il 2020 inizia con due notizie che restituiscono l’immagine di un settore tutt’altro che arreso alla prepotenza dei suoi detrattori. A San Francisco IFF e FICA ricorrono contro il bando alla pelliccia. In Svezia non passa la proposta di divieto degli allevamenti.

La pelliccia si difende

Il primo gennaio 2020 è entrato in vigore il bando al commercio di pelliccia approvato da San Francisco nel 2018. L’International Fur Federation non è rimasta con le mani in mano: si è appellata alla Corte Distrettuale per la California del Nord (US District Court for the Northern District of California) lamentando l’incostituzionalità dell’atto. Come riporta la stampa, IFF sostiene che l’amministrazione con il divieto non approva “una norma che difende la salute umana o migliora il welfare animale”, ma solo un’interferenza agli scambi commerciali con e all’interno del territorio. Il divieto “impone una morale ai cittadini: è un precedente senza pari”, commenta un portavoce di IFF con il San Francisco Chronicle. Alla stessa testata Keith Kaplan di FICA (Fur Information Council of America) osserva che il vero progressismo “non è imporre alle persone di non comprare pelliccia, dicendo loro cosa possono e non possono indossare”. Qual è, allora? “Dare sostegno ai programmi scientifici per l’animal welfare e il conservazionismo”, conclude.

La Svezia dice no

Il ministero per le Politiche Agricole della Svezia ha rigettato la richiesta di vietare l’allevamento di visone nel Paese. “Non ci sono presupposti scientifici perché sia rivista la legislazione”, è il commento dei vertici del dicastero ripreso dal sito Sustainable Fur. Non solo. Nel lavoro di revisione della letteratura scientifica a riguardo, il Consiglio Svedese per l’Agricoltura ha anche riconosciuto che dal 2012 in poi le condizioni degli allevamenti sono migliorate in seguito ad iniziative per il welfare animale adottate dai privati.

Foto da account Facebook di IFF

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