Gli allevatori di quella che in Cina è la più prolifica area di produzione di visoni, Dalian (oltre 2.000 allevamenti), lamentano di aver fermi in magazzino oltre tre milioni di pellicce invendute, principalmente a causa della crisi russo-ucraina. Clia (China Leather Industry Association) ritiene si tratti della crisi maggiore dell’ultimo decennio poiché Russia e Ucraina importano l’80% dei visoni cinesi. Clia segnala anche la concorrenza estera, che negli ultimi mesi ha invaso il mercato con scelte più economiche, provenienti da alcune aree dell’Europa Orientale e del Sudamerica dove starebbero proliferando in modo non regolamentato gli allevamenti. Un terzo fattore di crisi è climatico: l’innalzamento delle temperature, infatti, sta scoraggiando l’acquisto e l’uso delle pellicce. (pt)
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