La pandemia costa 5 miliardi di dollari al business della pelliccia nel mondo. Secondo l’ultimo rapporto dell’Università di Copenhagen, intitolato Global Fur Retail Value, commissionato da IFF – International Fur Federation, nel 2020 il commercio globale di pellicce al dettaglio è arrivato a quota 20,1 miliardi di dollari. Sarebbe stato di 25,1 miliardi senza l’impatto di Covid. Corea del Sud, Cina e online hanno sostenuto le vendite.
La pelliccia nel mondo
Global Fur Retail Value afferma che, rispetto ai record del 2019, circa il 25% della produzione di pelliccia nel mondo e il 30-35% del commercio internazionale di pelli di visone grezze sono sfumati a causa della pandemia. Ma sottolinea che l’impatto di Covid sarà temporaneo e non inciderà sulle tendenze di crescita a lungo termine. Non solo, lo studio giunge alla conclusione che la chiusura del settore del visone non ha avuto alcun effetto sulle vendite al dettaglio di pellicce nel 2020 poiché erano già prodotte. In altre parole, i suoi effetti si sentiranno in futuro.
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Chi compra
La domanda di pellicce ringrazia i consumatori di Cina e Corea del Sud che hanno comprato, in particolare capispalla con finiture in pelliccia, borse di pelliccia e accessori pelletteria. Secondo quanto scrive WWD, Mark Oaten, CEO di IFF, sostiene che l’attenzione verso le questioni ambientali e il messaggio “compra meno, compra meglio” (lanciato da molti marchi e rivenditori) hanno portato i consumatori a investire nella moda slow piuttosto che fast. “Le persone riconsiderano il nostro rapporto con l’ambiente e l’impatto delle loro scelte personali. Il nostro è un commercio resiliente e globale, che fornisce alle persone qualcosa di immenso valore: prodotti naturali sostenibili che sono fatti per durare”. (mv)
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