Si chiama “cane procione”, ma il miglior amico dell’uomo non c’entra nulla. È un animale più prossimo alla volpe che al cane domestico. In Cina ne utilizzano le pelli per ricavarne delle pellicce. Changli, nella provincia nord-orientale dello Hebei, ad est di Pechino, è per eccellenza la città dell’allevamento del cane procione in Cina, ed uno dei maggiori centri di produzione di pellicce di tutto il paese, grazie all’elevata qualità delle pelli degli animali allevati. In una recente fiera sono stati vendute 400 mila pelli, per un controvalore di 200 milioni di yuan, pari a circa 25 milioni di euro. Nel corso del 2012, il giro d’affari nella contea di Changli legato al commercio di pelli e pellicce è stato di 8 miliardi di yuan (un miliardo di euro), grazie alla vendita di 500 mila animali vivi e di 15 milioni di pelli. Solo per quanto riguarda l’allevamento del cane procione, di cui si registra nell’area il numero maggiore di animali dell’intero paese, gli allevatori locali hanno guadagnato lo scorso anno 3 miliardi e mezzo di yuan (442 milioni di euro).
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