Il nuovo capitolo della querelle sul mercato del falso in Cina vede Alibaba scagliarsi contro il Governo di Pechino. In un comunicato di inizio settimana il colosso asiatico dell’e-commerce ha invocato pene più severe per il reato di contraffazione: “Su 4.495 denunce nel 2016 contro falsari identificati sui nostri portali, abbiamo visto scaturire 1.184 indagini delle autorità, arrivate a sole 33 condanne”. Le reti larghe della giustizia cinese non garantiscono la certezza della pena, dunque, e non permettono di contrastare il fenomeno. Alibaba definisce “ambiguo” il rapporto delle autorità con l’industria del falso. Se ora il gruppo che fa capo a Jack Ma (nella foto) alza la voce, però, non è per ragioni ideali: la presenza di prodotti contraffatti sui suoi portali sono valsi l’ostilità dei grandi gruppi della moda e il ritardo nella penetrazione nel mercato USA. Contenere il falso, allora, è viatico per l’apertura di nuovi business. (rp)
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