Moda, c’è un problema: l’inventario. Il rallentamento dei consumi nel lusso e un sistema di vendita basato sull’eccesso di offerta ha gonfiato gli stock in magazzino. The State of Fashion 2025 stima che l’industria della moda abbia prodotto tra 2,5 miliardi e 5 miliardi di articoli in eccesso nel 2023. Per un valore alla vendita tra 70 e 140 miliardi di dollari. La gestione delle scorte richiede sempre più attenzione sia per l’erosione dei margini sia per il nuovo regolamento europeo che vieta la distruzione dell’invenduto dal 2026.
Il problema della moda è l’inventario
Secondo The State of Fashion 2025 (report elaborato da Business of Fashion e McKinsey Company), nel 2024, nonostante i livelli complessivi delle scorte del settore rimanessero sostanzialmente invariati, circa un terzo dei marchi ha continuato ad avere un problema con le giacenze di magazzino. Sono aumentate del 2% nella prima metà del 2024 rispetto al 2023. Così molti marchi sono stati costretti a praticare sconti per ridurle, intaccando, però, i propri profitti. Negli Stati Uniti, la percentuale media di articoli di moda scontati nella prima metà del 2024 è aumentata del 5% rispetto all’anno precedente. Per esempio, Nike ha dichiarato che i ribassi hanno interessato circa il 44% del suo campionario nel 2024, rispetto al 19% nel 2022.
Come gestire l’invenduto
I marchi stanno investendo per cercare di gestire l’invenduto. Perché l’acquisto impreciso dei prodotti (quantità superiori al fabbisogno o insufficienti alle richieste, anche in base alle taglie) può provocare una perdita stimata fino al 20%. Ma anche perché il regolamento europeo richiederà ai marchi di riferire in merito alla gestione delle scorte in eccesso nel 2025. E renderà illegale la distruzione dei prodotti invenduti nel 2026. Non è semplice prevedere il clima e le tendenze moda per cui i marchi cercano anche di semplificare e ridurre i tempi del time-to-market. Ecco perché l’ottimizzazione della supply chain risulta determinante. Il nearshoring, si legge nel report, potrebbe portare a tempi di consegna più rapidi da 3 a 5 volte, a margini netti più elevati e livelli di scorte più bassi. Per una migliore gestione, i brand si affidano alla tecnologia. Hugo Boss prevede di investire più di 150 milioni di euro in digitalizzazione entro il 2025. Ha dichiarato, anche, che il rapporto inventario/vendite è diminuito di 3,4 punti percentuali nel secondo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. (mv)
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