Così New York costa troppo: Valentino vuole risolvere l’affitto

Così New York costa troppo: Valentino vuole risolvere l'affitto

Dopo la causa per i falsi, Valentino arriva in Tribunale per un contratto d’affitto. Nel contesto delle limitazioni poste dalla pandemia, New York costa troppo. E così la griffe vuole liberarsi dell’oneroso contratto di locazione (scadenza nel 2029) della sua boutique a quattro piani sulla Fifth Avenue. Valentino si rivolge al giudice per liberare lo spazio a fine anno. Ma i risvolti immobiliari della pandemia coinvolgono molte vie del lusso nel mondo, a partire da Hong Kong.

New York costa troppo

È impossibile gestire la boutique come inizialmente previsto dal contratto di locazione scrive Valentino Usa nei documenti depositati domenica scorsa presso la Corte Suprema di Manhattan –. La pandemia ha ostacolato sostanzialmente l’attività, rendendo i locali impraticabili e il business non più fattibile”. Come riporta il New York Post, il proprietario dell’immobile è 693 Fifth Owner. Valentino si è rivolto al giudice perché le richieste per rinegoziare il contratto sono state rigettate dalla proprietà, secondo cui la crisi del Coronavirus non è tra le cause imputabili alla modifica di accordi in essere.

Problema trasversale

La pandemia ha costretto molte aziende a rivedere la propria rete retail. Alcune hanno deciso di chiudere i negozi, altre stanno cercando di ridurre la voce fitti passivi sul bilancio. Altre ancora, come H&M, Urban Outfitters e Burlington Stores, scrive Footwear News, hanno deciso di non pagare l’affitto per il periodo di lockdwon. E piovono cause, come quelle che vedono coinvolte Gap e perfino l’NBA, la lega basket americana, per il mancato pagamento dell’affitto dello store sulla Fifth Avenue. La città che sta peggio è sicuramente Hong Kong, che oltre alla pandemia deve fare i conti con le proteste. Il South China Morning Post prende come esempio Russell Street, che si trova nella Causeway Bay di Hong Kong. La strada ha perso molti inquilini di fascia alta, sostituiti da rivenditori low price che pagano un canone molto inferiore rispetto ai loro predecessori. Un locale che ospitava gli orologi Tissot è ora sede di un rivenditore di accessori per telefoni cellulari che paga solo il 6% di quello che pagava il precedente affittuario svizzero. La stessa testata conferma la chiusura dello store Prada, una delle 6 insegne su 27 che hanno già detto addio a Russell Street. (mv)

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