Covid-19 ha rivoluzionato le modalità comportamentali dei consumatori. Per agganciarli, la strategia digitale diventa inevitabile. Ma a una condizione: “Abbattendo le barriere tra i canali online e offline”. In altre parole: è il tempo dello u-commerce. In altre parole: unified commerce. Questo, in sintesi, il senso della nostra intervista a Roberto Liscia, presidente di Netcomm (il Consorzio del Commercio Digitale Italiano).
Il presente che accelera
Tra le conseguenze di Covid-19 c’è la necessità di accelerare sulle strategie digitali. Per la moda, un business ancora legato alla distribuzione fisica, si è trattato (quasi) di uno choc. Al tema dedichiamo il numero 5 del mensile La Conceria, con interviste a protagonisti e analisti del settore.
Il tempo dello u-commerce
Durante il lockdown, spiega Liscia, “gli acquisti di e-commerce si sono indirizzati verso generi di prima necessità: alimentari e farmaceutici, che hanno registrato una crescita a tripla cifra. La moda è stata più sacrificata”. Però, il 77% delle aziende che vende online nei diversi settori ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti. “Sono nuovi consumatori – spiega Liscia – che si sono avvicinati ora all’online e rappresentano una spinta importante verso la digitalizzazione del Paese. Dopo questo periodo di incertezza ci abitueremo a un uso significativo della tecnologia per cercare informazioni sul prodotto e per gli acquisti”. E entreremo in modalità “unified commerce”. In altre parole: abbattendo le barriere tra i canali online e offline.
Per leggere l’intervista completa a Roberto Liscia, clicca qui
Se non sei ancora abbonato, scopri tutte le formule di sottoscrizione
Leggi anche:
-
Il made in Italy reagisca col digitale e la Cina, spiega Alibaba
-
Mirta, l’e-commerce giovane che il lockdown ha spinto a crescere
-
10 anni in 1 mese: il salto evolutivo dell’online secondo Netcomm
-
L’e-commerce risponde al lockdown: Farfetch nel trimestre fa +90%
-
Zalando chiude in perdita il trimestre, ma è ottimista sul 2020