Secondo uno studio condotto da SWG per Confesercenti, ci sono 12 milioni di italiani pronti a investire in media 110 euro a testa per cogliere le opportunità del Black Friday: il 29% della spesa andrà al prodotto moda. Poco in confronto alle prospettive di shopping negli USA, ma abbastanza per dire che il rito a stelle e strisce, la grande giornata di sconti nel giorno successivo al Thanksgiving, abbia ormai messo salde radici in Europa. Nella grande festa dei consumi, però, c’è anche chi solleva il sopracciglio e manifesta disappunto. Vi abbiamo già parlato di Bias, la pelletteria della Svizzera italiana che in segno di protesta oggi rimane chiusa. Al coro si aggiunge Elvis & Kresse, azienda pellettiera nota per i progetti di economia circolare con Burberry: “Non ci piace e non vi partecipiamo, né al Black Friday né al Cyber Monday – si legge sull’account social del brand –: applichiamo prezzi corretti e trasparenti, non abbiamo bisogno di abbassare i cartellini”. Anche Moody’s, si legge su La Repubblica, nutre perplessità sulla funzionalità del modello di business del Black Friday. Secondo il vicepresidente David Beadle, la giornata (o le giornate) di sconti “anticipa in larga parte gli acquisti che i consumatori avrebbero effettuato a Natale, spesso a margini inferiori”. I mid-season sales sono “quindi credit negative per gli operatori del retail nel complesso – conclude Beadle –, raramente positivo per alcune singole società”.
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