Il Coronavirus ha messo in crisi il modello di business di H&M. E il gruppo svedese del fast fashion ora chiude 250 store per alleggerire i costi e favorire la transizione verso il digitale. Quando si dice che la pandemia ha spinto alla crescita del canale online, si sottintende che anche il retail fisico ne risulta stravolto. Per un’insegna che ha fondato la propria fortuna sulla ramificazione territoriale dei negozi e sul veloce riassortimento delle collezione, il social distancing vuol dire ripensare i propri fondamentali.
Chiude 250 store
L’annuncio delle imminenti chiusure è arrivato insieme alla pubblicazione dei risultati trimestrali del gruppo. Già nel 2020 H&M ha rinunciato a 50 dei suoi punti vendita, sempre nell’ottica della conversione al digitale. Nel 2021 il taglio riguarderà il 5% della rete di 5.000 store. Il gruppo svedese, oltretutto, si trova a fare i conti con scorte di magazzino da smaltire, riportano le agenzie di stampa, nei prossimi quattro anni.
Per uscire dalla crisi
I dati finanziari, ça va sans dire, sono negativi. Ma da Stoccolma vogliono vedere il bicchiere mezzo pieno: malgrado il trimestre concluso ad agosto segni il -19%, settembre con il suo -5% vale già un accenno di ripresa: “La sfida è tutt’altro che conclusa – è il commento del CEO Helena Helmersson –. Crediamo di aver messo il peggio alle spalle e di essere nelle condizioni per uscire dalla crisi”.
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