Tapestry in controtendenza. In totale controtendenza. Non solo perché investe in Cina, ma perché lo fa nelle piccole città. Il gruppo che controlla i marchi Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman ha in programma di aprire in Cina 30 negozi nei prossimi 12 mesi. Un numero che si somma ai 60 nuovi store che il gruppo statunitense ha già aperto nel paese della Grande Muraglia negli ultimi due anni. Un investimento insolito per due motivi. Il primo è la tempistica, visto che il mercato cinese è ancora alle prese con la strategia Zero Covid di Pechino. Il secondo è rappresentato dai luoghi scelti per le nuove aperture: città piccole e non appetibili (ancora) per le griffe del lusso.
Tapestry in totale controtendenza
Il presidente per l’Asia e Pacifico di Tapestry, Yann Bozec, ha annunciato a Reuters l’apertura di 30 nuovi store in Cina da qui a un anno. Anche in città più piccole (di quarto livello) da 3 milioni di abitanti, ancora non interessanti per il lusso. Tapestry investe quando il settore temporeggia. La Repubblica Popolare è ancora alle prese con i lockdown. Per gli analisti la scelta potrebbe rivelarsi azzeccata, visto che i prezzi dei prodotti d’alta gamma sono alle stelle e i cinesi stanno diventando più attenti alle spese. È un’opportunità per il settore del lusso accessibile di cui i marchi di Tapestry fanno parte.
Consolidare il vantaggio
Intanto Ralph Lauren, a sua volta marchio del lusso accessibile, conferma il rispetto dei piani di espansione decisi nel 2018. Oggi ha 135 negozi rispetto ai 150 programmati entro aprile 2023. Gli analisti vedono la mossa di Tapestry come un’opportunità per consolidare il proprio vantaggio nel mercato cinese rispetto ai competitor. Che in genere hanno messo in stand-by o rallentato gli investimenti programmati a Pechino. (mv)
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