Alibaba mette a segno due colpi per accreditarsi nel mondo del lusso e per scacciare l’immagine di portale pirata dove per l’industria del falso ogni affare è possibile. Ai primi di agosto il colosso cinese dell’e-commerce ha ufficializzato un accordo (che comprende anche la sua proiezione finanziaria, Ant Financial Services Group) con il gruppo francese Kering per mettere in pratica azioni congiunte di contrasto al mercato del fake e per tutelare la proprietà intellettuale. Contestualmente, il gruppo francese ha ritirato la causa intentata contro Alibaba. Una sinergia che permette alla galassia Alibaba di instaurare un rapporto collaborativo con la holding che, vale la pena ricordarlo, controlla griffe come Gucci e Bottega Veneta. Il secondo colpo del colosso cinese in direzione trasparenza e legalità è di natura tecnologica. Il gruppo guidato da Jack Ma (nella foto) ha varato un nuovo sistema di verifica delle segnalazioni di prodotti falsi, l’IP Protection Platform. Nel primo mese di applicazione, comunicano, IP Protection Platform (che impegna un team specializzato e un sistema automatizzato) ha vagliato entro 24 ore il 96% dei reclami degli utenti, arrivando nell’83% dei casi al ritiro del prodotto sospetto. A proposito di e-commerce cinese, Ji Wenhong, fondatore del portale Xiu.com, sarebbe stato arrestato il 20 agosto in Indonesia per essere poi estradato nella Repubblica Popolare. L’imprenditore, che a quanto si apprende dalla stampa internazionale ha lasciato Pechino lo scorso maggio, è accusato di contrabbando di beni di lusso. Ji Wenhong sarebbe stato a capo di un’organizzazione che ha importato dall’Europa e dagli Stati Uniti, via Hong Kong, capi di lusso dal valore complessivo di circa 55 milioni di euro, presentandoli alla dogana come beni personali per eludere il fisco, salvo poi metterli in commercio. Ora lo attende il processo.
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