Brand e fashion retailer sono chiamati, causa CRV, ad affrontare nuove sfide. E devono trovare il modo di vincerle nel più breve tempo possibile. E questi modi, inevitabilmente, chiamano direttamente in causa tecnologie digitali di varie forma, natura e utilizzo. Tecnologie che possono declinarsi in proposte di acquisto personalizzate. Oppure, in nuove esperienze digitali che affiancano (e a volte sostituiscono) l’esperienza fisica di acquisto. Tirando le somme, ecco le tre sfide del retail contemporaneo.
Le tre sfide del retail: numero 1
Sfida numero 1:Physical vs Digital. Con i negozi chiusi, i grandi retailer, soprattutto del fast fashion, hanno visto impennarsi le vendite online. E ne hanno tratto immediate conclusioni. Per esempio, Inditexha deciso di non riaprire 1.200 negozi meno performanti per concentrarsi sull’online. Mentre H&M chiuderà circa 170 negozi più piccoli per focalizzarsi sui flagship store. Intanto, Walmart ha avviato una collaborazione con Shopify.
Le tre sfide del retail: numero 2
Sfida numero 2: su Googleè aumentata del 300%la ricerca di “consegna gratuita” (fonte: Fashion United). Ma, anche, del 70% quella per il “kerb side pick up”. In altre parole: il “ritiro sul marciapiede”, cioè, nei pressi del negozio. Cresce del 42% la ricerca di “aperto vicino a me“, il che certifica l’aumento del cosiddetto “mercato di prossimità”. Ecco, allora, che brand e retailer devono pensare alla digitalizzazione incentrata sul cliente e a come spostare con successo il camerino dal negozio allo schermo di un computer. In modo che di essere, virtualmente, il più vicino possibile al loro consumatore.
Le tre sfide del retail: numero 3
Sfida numero 3: l’integrazione tra AR (realtà aumentata) e VR (realtà virtuale). Vale l’esempio di Guccie della sua collaborazione con Snapchat. La griffe è diventata la prima a sperimentare le lenti Snapchat AR“compatibili” con le calzature. In altre parole: selezioni le scarpe, le provi ai tuoi piedi (virtualmente), clicchi e le compri. Il negozio diventa virtuale, mentre l’e-commerce somiglia sempre di più ad un negozio. Caso più recente: Piquadro insieme alla startup italiana Bandyer. Il progetto prevede l’uso dei Google Glass per presentare le collezioni in diretta ai retailer e facilitare gli acquisti da casa dei clienti. Il commesso inforca gli occhiali digitali durante la videochiamata e il cliente, su appuntamento, potrà poi ritirare il prodotto scelto. (mv)
Nell’immagine, il servizio Google Glass di Piquadro
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