La revenge spending non è solo una questione cinese. Appartiene anche ai consumatori europei che, in fatto di moda, oltre a dirsi pronti a tornare all’acquisto, si dichiarano più sensibili alla sostenibilità. In particolare, “al come e a dove si produce l’oggetto del loro desiderio”. E fanno un potenziale assist alla pelle, affermando di puntare su articoli durabili e “senza tempo”. Lo sostiene una ricerca che il 16 settembre 2020 sarà presentata da IFM (Institut Français de la Mode)/Première Vision.
Non è solo una questione cinese
Lo studio europeo ha coinvolto 5.000 consumatori in Francia, Germania, Italia e Regno Unito. Risultato: il 52,4% degli uomini e il 44,3% delle donne intendono mantenere nel secondo semestre del 2020 i livelli di spesa per la moda che avevano nel periodo pre-Covid. E c’è addirittura una significativa percentuale (il 13,7% tra le donne e il 17,1% tra gli uomini) che vorrebbe spendere di più. Tra questi, quasi 9 su 10 ha indicato che lo farà per soddisfare il proprio desiderio di “revenge shopping” dopo la frustrazione provocata dal lockdown. Cosa si comprerà? L’83,7% degli intervistati punta ad acquistare prodotti senza tempo, mentre il 47,3% accessori di fascia alta.
Il fattore sostenibile
Dallo studio, presentato in anteprima da Fashion Network, emerge come quasi due terzi dei 5.000 intervistati vorrebbe comprare prodotti sostenibili. Un terzo di loro afferma di essere disposto anche a pagare di più pur di assicurarsi l’acquisto. Accade soprattutto nel Regno Unito e in Germania, mentre in Francia e Italia stanno prestando maggiore attenzione al rispetto dell’ambiente negli impianti di produzione. L’etichetta che indica il “made in” è importante per i due terzi del campione. Secondo la ricerca, gli italiani sarebbero i più autarchici. In altre parole: sono pronti a spendere, soprattutto, in produzioni made in Italy. (mv)
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