Dopo Céline è il turno di Louis Vuitton. Il gruppo LVMH investe sul proprio atelier online coinvolgendo il brand capofila e portando sulla piattaforma 24 Sèvres una capsule collection composta dalla borsa Vanity, dalle sneaker Archlight, da un abito con logo nero e dagli occhiali Party. Quattro pezzi ristampati ad hoc per il portale, unico “luogo” dove oggi è possibile acquistarli. Nel prossimo futuro, però (come hanno rivelato i vertici del gruppo francese del lusso), nuove capsule verranno prodotte in esclusiva per 24 Sèvres. Nel frattempo, a un anno dal suo lancio, Louis Vuitton estende i servizi Premium del proprio e-commerce a tutta la Cina. In occasione del suo primo anniversario e dopo essersi concentrato sulle dodici principali località del Paese asiatico, anche le città più piccole potranno usufruire delle consegne in un paio di giorni offerte attraverso SF Express, a cui si affidano anche Gucci, Prada e Chanel. Una serie di indicazioni di quanto il gruppo LVMH creda fortemente nella crescita del commercio online, che attualmente pesa per il 7% dei ricavi, cioè 3 miliardi di euro. La crescita digitale è, però, in doppia cifra, +30%, e, secondo i vertici della multinazionale parigina, rappresenterà l’elemento trainante dei prossimi 15 anni. Una considerazione, quest’ultima, condivisa da molte griffe e, sicuramente, anche da Balmain, anch’esso francese (anche se di proprietà degli arabi di Mayhoola) che ha siglato una partnership quinquennale con Online Flagship Stores, al secolo la sezione del portale guidato da Federico Marchetti che si occupa di sviluppare portali di vendita online per le griffe del lusso. “Fino ad oggi, il nostro e-shop era gestito internamente”, ha spiegato ai media il ceo di Balmain, Massimo Piombini. “Questo limitava le nostre scelte in termini di tecnologia e design. Ora possiamo comunicare con i nostri clienti in modo molto più coinvolgente unendo perfettamente il digitale con la brand experience”.
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