Lo spettro americano della retail apocalypse si aggira anche per l’Europa. Ultima vittima: la catena tedesca Leiser. L’insegna fondata a Berlino nel 1891 da Hermann Leiser e Julius Klausner è in forte difficoltà e sta chiudendo la maggior parte dei suoi 40 negozi tedeschi che danno lavoro, complessivamente, a 1.000 dipendenti. All’interno dei negozi Leiser, si legge nel sito internet aziendale, si possono trovare calzature Stuart Weitzman, Bikkembergs, Paul Green, Peter Kaiser, Lloyd, Brunate, Accatino, Pertini, Galizio Torresi, Clarks, Gabor e borse Liu Jo, Aigner, Voi, L.Credi. Alcuni mesi fa, l’insegna era risultata insolvente e si era rivolta al Tribunale di Augusta per dichiarare la propria crisi. Ora ha presentato un secondo piano di insolvenza per cercare di ristrutturare e riorganizzare tutta l’attività. In diverse località tedesche, i negozi Leiser hanno affisso cartelli con la svendita causa chiusura definitiva. I media locali riportano le dichiarazioni dei gestori che attribuiscono le difficoltà del marchio allo sviluppo delle vendite online: molti clienti, soprattutto giovani, entrano in negozio, si provano le scarpe ma non le comprano, andando in cerca dello stesso paio online, a un prezzo inferiore. (mv)
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