A Roma funziona solo il retail di lusso, quello del centro, mentre le altre vie capitoline sono in difficoltà. Via Condotti, via del Babuino, via del Corso, piazza di Spagna, via del Tritone (grazie all’apertura della Rinascente) sono le strade più richieste, mentre in altri quartieri, un tempo pure appetibili, rimane un 20% di negozi sfitti: alle gestioni fallite non ne sono subentrate di nuove. È l’analisi che Raffaele Rubin, di Josas specialisti nel retail, gruppo che si occupa dell’affitto di locali commerciali a livello europeo, ha affidato al Corriere della Sera.
Il sogno di via Condotti
L’affitto dello store di via Condotti, dove approderà Balenciaga, vale (si dice) 7 milioni l’anno. E per il Caffè Greco, di proprietà dell’Ospedale Israelitico, la richiesta è passata dagli attuali 16.000 euro mensili a oltre 160.000. In via del Babuino, gli affitti oscillano tra i 4.000 e i 6.000 euro annui al metro quadrato, il quadruplo rispetto a 10 anni fa. Pesa la carenza di spazi, che non bastano a soddisfare tutti i brand: l’eccesso di domanda fa alzare le quotazioni.
L’incubo capitolino
In altre aree della Capitale, invece, i negozi non sono così redditizi, né dal punto di vista della cassa, né sul piano dell’immagine. “Abbiamo tanti negozi vuoti in strade un tempo molto richieste come Tuscolana, Appia, Boccea, viale Manzoni, via Tiburtina – sostiene Rubin, secondo cui il successo di una boutique non dipende dalla categoria merceologica cui è votata, ma dall’accessibilità –. Roma soffre molto per la viabilità, per i trasporti, e soprattutto per la mancanza di eventi. Da quando sono state annunciate le Olimpiadi la richiesta per negozi a Milano è raddoppiata. Se si vuole salvare il commercio nella grande parte storica della città, ci vuole un cambio di passo”. (mv)
Foto da Google Maps