Alibaba ci ricasca. Per il secondo anno consecutivo, un sito del gruppo fondato e guidato da Jack Ma, Taobao, è stato inserito dall’USTR (U.S. Office of the Trade Representative), l’organismo statunitense che (tra l’altro) tiene sotto controllo il commercio online di merce contraffatta, nella lista dei website che favoriscono o non contrastano a dovere la vendita online di articoli fake. In particolar modo, Taobao è accusato di non mettere in pratica (nonostante una parziale “caccia al falso” realizzata nella seconda metà dello scorso anno) uno sforzo sufficiente nella lotta al fake. Ricordiamo che l’USTR aveva re-inserito Taobao in questa black list nel dicembre 2016, dopo 5 anni di esclusione. Pronta la replica di Alibaba, secondo cui si tratta di una decisione solamente politica, figlia dell’attuale guerra commerciale tra USA e Cina. Inoltre, dal gruppo guidato da Jack Ma (nella foto) ribattono che da un anno esatto esiste un organismo interno per la lotta ai falsi, operativo 24 ore su 24, e che le pagine web chiuse causa sospetti sui prodotti in vendita risultano in aumento anno dopo anno. (ap)
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