Macy’s sfodera le forbici e taglia 3.900 dipendenti, il 3% circa della propria forza lavoro. Secondo la società, l’operazione consente di risparmiare circa 365 milioni nell’anno fiscale 2020 e circa 630 milioni dal 2021 in poi. La decisione è frutto dei danni provocati dalla pandemia. Negli Stati Uniti temono che Macy’s possa essere solo la prima società del retail a prendere un provvedimento simile. Presto ne seguiranno altre.
Macy’s taglia 3.900 dipendenti
L’annuncio dei tagli è arrivato il 25 giugno. Macy’s ha dichiarato di dover licenziare circa 3.900 dipendenti in ruoli aziendali e gestionali. Secondo quanto riporta Reuters, la catena USA di grandi magazzini, che alla fine di gennaio contava circa 123.000 dipendenti, ha ridotto anche il personale nei suoi negozi, nelle supply chain e nella rete di assistenza clienti. L’intenzione è adeguare la forza lavoro ai livelli delle vendite. Jeff Gennette, CEO di Macy’s, ha affermato che i clienti stanno tornando nei negozi, ma si devono ridurre i costi per riadattare le attività al contesto. C’è anche un segnale di speranza: lo stesso CEO afferma che la società richiamerà molti dipendenti, attualmente senza lavoro, nella prima settimana di luglio.
Avanti il prossimo
“Aspettatevi ulteriori licenziamenti simili a quelli di Macy’s, che verranno annunciati nei prossimi mesi” ha dichiarato a Reuters Matt Fox, fondatore di Ithaca Wealth Management a New York. “I retailer, che stavano lottando già prima dell’arrivo della pandemia, taglieranno i posti di lavoro per poter rimanere a galla fino a quando l’economia non si riprenderà”. (mv)
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