La storia di Barneys New Yorkè arrivata ai titoli di coda. L’insegna dello shopping USA è, ora, nelle mani di Authentic Brands Group (ABG) che chiuderà tutti i negozi e molto presto darà il via alla liquidazione delle merci. Forse già a partire da questa settimana. La decisione definitiva da parte del Tribunale Fallimentare del distretto meridionale di New York è arrivata venerdì scorso. Ha chiuso tre mesi di speculazioni e campagne social che hanno dato vita a un balletto di cifre e nomi.
Lo starting point di un crollo
Luglio 2019: circolano le prime notizie sul possibile crac di Barneys New York. Gli affari non vanno bene da tempo. La situazione finanziaria precipita quando una sentenza dà ragione alla società immobiliare Ashkenazy Acquisitional. È la proprietaria dell’immobile dove si trova, in affitto, il flagship store Barneys di Madison Avenue, a Manhattan. L’applicazione della sentenza comporta un insostenibile aumento degli affitti. Tant’è che Barneys, ad agosto, presenta domanda per la protezione fallimentare. Cioè: il Chapter 11.
Deadline, 24 ottobre
Nonostante la deadline per presentare le offerte fosse stata fissata al 24 ottobre, le speculazioni su chi avrebbe potuto acquisire Barneys iniziano immediatamente. Uno dei primi nomi che circola è quello di Farfetch che, però, smentisce. Ai primi di ottobre il cerchio comincia a stringersi. Tra le cinque manifestazioni di interesse ci sono anche quelle di Sam Ben-Avraham (fondatore di Liberty Fairs Fashion Group, società che organizza saloni americani della moda) e Authentic Brands Group, che duelleranno fino alla fine per rilevare l’insegna.
Le ultime due offerte
All’inizio sembra essere in vantaggio Sam Ben-Avraham. La sua offerta (stimata): 220 milioni di dollari e la prosecuzione dell’attività del marchio. Secondo recenti indiscrezioni, però, non l’avrebbe mai effettivamente presentata. ABG, invece, lo fa. Il gruppo (che possiede label come Nine West, Nautica, Juicy Couture) si fa affiancare da B. Riley Financial e mette sul piatto 271,4 milioni di dollari e la liquidazione dell’attività Barneys.
@SaveBarneys
Giovedì 24 ottobre: ABG si dichiara vincitore dell’asta. Poichè la sua offerta prevede la chiusura di tutti i negozi Barneys, il Tribunale proroga la decisione di un’altra settimana. Lo fa per lasciare spazio a una possibile offerta last minute. Sam Ben-Avraham non si arrende e avvia la campagna social @SaveBarneys. Obiettivo: raccogliere adesioni e superare l’offerta di ABG.
Titoli di coda
Giovedì 31 ottobre arriva la resa. Venerdì 1° novembre il Tribunale aggiudica l’asta a ABG. Morale: l’insegna Barneys scomparirà. Conseguenza immediata: Daniella Vitale, CEO di Barneys si dimette.
Il futuro
ABG diventa, così, titolare della proprietà intellettuale del marchio Barneys New York. Chiuderà progressivamente tutti negozi (con relativi licenziamenti del personale) e venderà l’inventario. Il brand Barneys comparirà come shop-in-shop all’interno degli store del suo ex concorrente Saks Fifth Avenue, prima nel Nord America e poi, secondo i piani del nuovo proprietario, in tutto il mondo. “Siamo abbastanza fiduciosi che nei prossimi due anni Barneys sarà molto più grande di quello attuale” ha detto Jamie Salter, fondatore, presidente e CEO di ABG. (mv)
Leggi anche:
-
JC Penney, un pool per risolvere la crisi, ma niente Chapter 11
-
Per Kering non era più strategico, per Authentic Brands Groups sì: il marchio Volcom passa di mano